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sabato 20 marzo 2021

20 marzo 1920: serrata alla Fiat, è sciopero generale

 

Dall'agosto 1919 si erano andati organizzando delle fabbriche di Torino i "Consigli di Fabbrica" che riuniscono tutti i commissari di reparto eletti dagli operai, già ad ottobre i consigli rappresentano più di 30.000 operai.

L'affermarsi di questi nuovi organismi di potere nelle fabbriche trova la netta opposizione degli industriali con la connivenza del partito socialista che riesce a mantenere all'oscuro i militanti del resto d'Italia di cosa stava accadendo a Torino.

Gli industriali ponevano la questione in termini di forza sostenendo che in officina non potevano coesistere due poteri e che quindi i consigli di fabbrica andavano sciolti. La scintilla della lotta fu l'applicazione dell'ora legale alle industrie metallurgiche a cui la commissione interna si oppose; l'operaio che aveva spostato di nuovo le lancette dell'orologio venne licenziato e la commissione interna multata, intanto alle Acciaierie FIAT la Direzione dichiarava ineleggibile la commissione interna, gli operai rispondevano con lo sciopero e la direzione con la serrata del 20 marzo.

Il 28 marzo la lotta si estese a tutta la città e la polizia occupò militarmente tutte le medie e grosse fabbriche torinesi, intanto carabinieri e guardie regie iniziarono ad affluire in città piazzando anche batterie di artiglieria sulle colline puntate su Torino.

Lo sciopero prosegui fino al 9 aprile, giorno in cui gli operi si resero disponibili ad accettare le proposte del prefetto, ma gli industriali non erano disponibili a patteggiare sul potere all'interno delle fabbriche. La camera del lavoro proclamò lo sciopero generale in città e provincia che per undici giorni rimasero totalmente paralizzate. Ci furono numerosi scontri tra polizia e operai e la camera del lavoro venne circondata e isolata dai poliziotti.

La battaglia poteva essere vinta solo se il movimento si fosse esteso a tutta l'Italia, cosa che non avvenne a causa dell'atteggiamento revisionista e collaborazionista del partito socialista e della confederazione del lavoro. Il lavoro riprende il 24 aprile.

L'ultimo bollettino del comitato dello sciopero annunciava: "I commissari di reparto, rilevata la mancata estensione del movimento per il controllo operaio a tutta Italia, riconosce che gli industriali, sostenuti dalla forza armata della borghesia, hanno ancora una volta imposto la loro volontà... Questa battaglia è finita, la guerra continua".