..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

Translate

lunedì 29 marzo 2021

150 anni fa ... La dichiarazione della Comune del 29 marzo

Parigi vuole:

L’autonomia assoluta del Comune estesa a tutte le località della Francia, autonomia che assicuri a ciascuno l’interezza dei suoi diritti e ad ogni Francese il pieno esercizio delle sue facoltà e delle sue attitudini come uomo, come cittadino, come lavoratore.

L’autonomia del Comune non avrà per limite che il diritto d’autonomia eguale per tutti gli altri Comuni aderenti al contratto, l’associazione dei quali deve assicurare l’unità francese.

I diritti del Comune sono:

Il voto del bilancio comunale, entrate e spese, la fissazione e la ripartizione delle tasse, la direzione dei servizi locali, l’organizzazione della sua magistratura, della polizia interna e dell’insegnamento, l’amministrazione dei beni appartenenti al Comune.

La scelta, per elezione l o per concorso, con la responsabilità e il diritto permanente di controllo e di revoca, dei magistrati ed ufficiali comunali d’ogni ordine.

La garanzia assoluta della libertà individuale, della libertà di coscienza e la libertà del lavoro.

L’intervento permanente dei cittadini negli affari comunali mediante la libera manifestazione delle loro idee, la libera difesa dei loro interessi, garantite, tali manifestazioni e difese, dalla Comune, sola incaricata di sorvegliare e d’assicurare il libero e giusto esercizio del diritto di riunione e di pubblicità.

L’organizzazione della difesa della città, nonché l’organizzazione della Guardia Nazionale, che elegge i suoi capi e veglia essa sola al mantenimento dell’ordine nella città.

Parigi non vuole altre garanzie locali, a condizione, ben inteso, di trovare nella grande amministrazione centrale (rappresentanza dei Comuni confederati) l’attuazione e la pratica degli stessi principi.

A favore della sua autonomia, e approfittando della sua libertà d’azione, Parigi si riserba di operare, come esso vorrà, in casa sua, le riforme amministrative ed economiche, che reclama la sua popolazione, di creare delle istituzioni proprie a svolgere e a propagare la istruzione, la produzione, il cambio, il credito; a rendere di tutti il potere e la proprietà secondo la necessità del momento, il voto degli interessati e i suggerimenti dell’esperienza.

I nostri nemici s’ingannano, o ingannano il paese, quando accusano Parigi di voler imporre la sua volontà o la sua supremazia sul resto della nazione e di attentare alla sovranità ed alla indipendenza degli altri Comuni.

Essi s’ingannano od ingannano il paese quando accusano Parigi di volere la distruzione dell’unità francese, unità voluta dalla rivoluzione.

L’unità politica, come la vuole Parigi, è l’associazione volontaria di tutte le iniziative locali, il concorso spontaneo e libero di tutte le energie individuali in vista di un bene comune: il benessere, la libertà, la sicurezza di tutti.

La rivoluzione comunale, cominciata dall’iniziativa popolare del 18 di marzo, segna la fine del vecchio mondo governativo e clericale, del militarismo, della burocrazia, dello sfruttamento, dell’usura, dei monopoli, dei privilegi, a cui le classi che lavorano, a cui i proletari, devono la loro servitù, e la patria le sue sventure e i suoi disastri.

Noi abbiamo la missione, conchludeva la Comune, di compiere la rivoluzione moderna, la più larga e la più feconda di tutte quelle che illuminarono la storia.

Noi abbiamo il dovere di lottare e di vincere.