..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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martedì 6 dicembre 2022

6 dicembre 2005. Attacco alla Libera Repubblica di Venaus

«Squilla il telefono: “Stanno arrivando!”.

Abbiamo poco tempo. Ecco le luci e le sirene blu in lontananza, l’atmosfera è surreale.

Sotto i fari accecanti saliamo sulla barricata per capire cosa sta succedendo, c’è una ruspa della polizia! Ma che fa?! Avanza! Urliamo per fermarli per avvisare che c’è gente sulle barricate, ma nulla.

Intanto ai lati, partono due squadre di carabinieri e polizia. Si sentono legni spezzarsi, la paura sale, le grida sono più forti, la ruspa sta sfondando la barricata, la gente cade, si appende a ciò che trova ma il mezzo non si ferma. Sopra c’è il vice questore che continua ad urlare con gli occhi fuori dalle orbite “SCHIACCIATELI, AMMAZZATELI!”.

Si riesce a scappare tra le strutture che stanno cadendo, nel frattempo a destra i carabinieri e la polizia spaccando una recinzione ed entrano in un terreno. Cercano di circondarci! La recinzione, poi divelta, per fortuna li rallenta ostacolandoli, riusciamo a raggrupparci e a fare cordone…bisognava vederli mentre si sfogavano contro i pali di cemento. Sembravano dei pazzi, dei cocainomani pazzi! La recinzione cede e iniziano a spingerci indietro, sono troppi, chi fa resistenza viene preso, manganellato, preso a calci o ferito con gli scudi…avanzano e non intendono fermarsi. Lo stesso dirigente della polizia non riusciva a far stare calmi i carabinieri, drogati, erano come assatanati, dalle file dietro i loro colleghi incitano la prima fila a massacrarci.

Arriviamo fino al Presidio e a calci alcuni celerini ci dicono di andare alla baracca, altri ci spingono sul prato. Lo spintonamento continua, si divertono, alcuni ridono e nel mentre ci filmano. Per farci coraggio e per far intendere che non è per nulla finita, parte spontaneo un coro, la canzone che più di ogni altra ha valore qui in Valsusa, “Bella ciao”. Si levano le voci commosse e spaventate della gente e ad esse si vanno ad aggiungere quelle dei compagni al Presidio, dietro al cordone di polizia. Siamo ancora uniti, e l’unione è la nostra forza…

Chi è rimasto al presidio se l’è vista peggio: la polizia è arrivata dai campi e ha massacrato chiunque fosse presente, senza curarsi di nulla: anziani, ragazze, donne inermi e chi dormiva nelle tende.

Li hanno poi chiusi nel presidio. Lo spazio era troppo piccolo per la gente che c’era e li han sbattuti contro i vetri della baracca, volevano farli passare attraverso le finestre, alcune si sono rotte e la gente è caduta dentro. Intanto altre squadre si davano da fare per spaccare tutto, questi erano gli ordini che si sentivano gridare, e così han fatto. Hanno rotto le tende e le strutture presenti, hanno massacrato a manganellate chi dormiva. Quel poco che avevamo lasciato (zaini, documenti, portafogli, oggetti personali) è stato spazzato via.

Il pullman dei carabinieri blocca l’uscita alle autoambulanze affollate di gente…le campane della Chiesa e la sirena del comune suonano ininterrottamente per chiamare la gente, tutti si ammassano chiedendo che il pullman venga spostato, risposta? Altre cariche violentissime, gente cade a terra senza sensi, c’è chi sanguina e chi vomita per i colpi ricevuti…ecco allora le TV e i giornali…questa notte erano spariti, sarà un caso? Per miracolo riescono a giungere due barellieri!

Nel giro delle prime ore del mattino la popolazione viene a sapere del massacro di Venaus, tutti scendono in piazza, si bloccano tutte le vie di comunicazione…la valle è ferma. Adesso basta!

“VI PREGO NON PICCHIATEMI, HO LE MANI ALZATE…VI PREGO!”

queste le parole che macchiarono il silenzio di Venaus alle 4.00 di mattina, queste le parole che macchiano di infamia i celerini e svuotano di significato parole come “Stato” e “Democrazia”».

 

Questo fu quello che accadde in Valle, il 6 dicembre del 2005.

Affinché Nessuno dimentichi.

Affinché tutti sappiano che NESSUN* DI NOI - chi era presente e chi non lo era - PERDONA.