Una volta conquistata la libertà di pensiero, esiste
uno sforzo nel nostro tempo per perfezionarla, con lo scopo di trasformarla in libera
volontà, principio di una nuova epoca. In tal modo lo scopo finale dell'educazione
non può più essere il sapere, ma il volere nato da questo sapere. In breve l'educazione
tenderà a creare un individuo personale e libero. Che cos'è la verità se non la
rivelazione di chi siamo noi? Si tratta di scoprire noi stessi, di liberarci
da tutto quello che ci è estraneo, di sottrarci o di sbarazzarci di ogni autorità,
di riconquistare la spontaneità. La scuola non forma degli uomini così assolutamente
autentici. Se ne esiste qualcuno, ciò avviene
malgrado la scuola. Questa senza dubbio ci rende padroni delle cose e anche
al limite padroni della nostra stessa natura. Ma essa non crea in noi dei caratteri
liberi. In effetti nessun tipo di cultura,
fosse anche approfondita ed estesa, e nessuno spirito acuto e sagace e nemmeno nessuna
abilità dialettica possono premunirci contro la bassezza del pensiero e della volontà. Tutti i tipi di vanità e di sete di guadagno,
d'arrivismo e di zelo servile e di doppiezza ecc. si accompagnano molto bene sia
con un'ampia cultura, sia con un'elegante formazione classica e tutto questo fardello
scolastico che non esercita nessun'influenza sul nostro comportamento morale, noi
lo dimentichiamo spesso; tanto più facilmente in quanto non ci serve a nulla. Ci
si scrolla via la polvere della scuola non appena la si lascia. Perché? Perché l'educazione
consiste unicamente nella forma o nel contenuto, al massimo in una mescolanza di
entrambi, ma nient'affatto nella verità, nella formazione dell'uomo vero. Come certi
altri campi, il campo pedagogico fa parte di quegli ambiti in cui ci si sforza di
non lasciare passare la libertà, di non tollerare
il dissenso: quello che si vuole ottenere è la sottomissione. Non si mira ad altro
che a un addestramento puramente formale e materiale. Dalle formazioni degli umanisti
non escono che dei sapienti, da quelle dei materialisti che dei «cittadini utili».
Il nostro buon vecchio carattere fondamentale
di «cattiveria» è represso con molta energia e perciò avviene il rinnegamento della
cultura in una volontà libera. In tal modo la vita scolastica forma essa stessa
dei filistei. Nella stessa misura in cui da bambini ci veniva insegnato ad accettare
tutto quello che ci veniva imposto, noi più tardi ci siamo accomodati in una vita
positiva; noi ci pieghiamo, a nostra volta, noi ne diventiamo i servi, e i pretesi
«buoni cittadini».
..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione