Nel 1973 quando era in prima media, Claudia Pinelli,
la minore delle due figlie di Licia e Pino, raccontò la sua versione dei fatti in
un compito in classe.
Tema: Un fatto
di cronaca
Svolgimento
Erano verso le h. 4 del pomeriggio, a un tratto echeggiò
una esplosione, molta gente accorse dove si era sentito il boato; davanti a loro
stavano le macerie di una banca distrutta e qua e là corpi straziati. Così avvenne
quella che noi ora definiamo: La strage di Piazza Fontana. La polizia non sapeva
dove mettere le mani, così decise di addossare la colpa agli anarchici. Li vennero
a prendere per portarli in questura. In quelle tragiche notti perse la vita il ferroviere
anarchico Giuseppe Pinelli fermato dalla polizia come tanti altri suoi compagni.
La moglie (Licia Pinelli) ora si sta battendo per scoprire la verità sulla morte
del marito, perché lei è convinta con le sue figlie, che Giuseppe Pinelli non si
è suicidato, ma sia stato ucciso. La polizia,
vedendo la reazione della moglie, si affrettò subito a dire che Pinelli era un bravuomo
e che il giorno seguente lo dovevano liberare. Ma alla vedova Pinelli non bastavano le loro assicurazioni;
ora era sola e doveva provvedere al mantenimento
delle sue due bambine, Silvia di 9 anni e Claudia di 8. Intanto per la strage di Piazza Fontana era stato accusato Valpreda. Sono passati tre anni dalla strage di
Piazza Fontana e Valpreda è stato rilasciato in libertà provvisoria senza un vero
processo (ben due processi sono stati rinviati). Speriamo che il terzo processo
sia quello che faccia trionfare la giustizia liberando gli innocenti e imprigionando
i veri colpevoli.