La strage di p.za Fontana non ci è giunta del tutto inattesa.
Da molto tempo prevedevamo e temevamo un attentato sanguinario. Era nella logica
dei fatti. Era nella logica dell’escalation provocatoria iniziata il 25 aprile. Per giustificare la repressione,
per seminare la giusta dose di panico, per motivare la diffamazione giornalistica e scatenare l'esecrazione
pubblica ci voleva del sangue. E il sangue
c'è stato. Purtroppo, come avevamo previsto, la repressione mascherata da “democratica”
tutela dell'ordine contro gli opposti estremisti
ha continuato la sua marcia. Solo noi anarchici
sembravamo accorgercene. Per mesi abbino gridato nelle piazze, scritto sui muri,
sui manifesti, nei volantini, ripetuto nei nostri giornali che era solo l'inizio.
E sulle pane ci ritrovavamo soli, manganellati, fermati, denunciati e per di più
ignorati dai marx-leninisti, dal M.S. e dagli altri “neo-rivoluzionari”, i quali
ritenevano di avere cose più importanti di cui occuparsi, ben lieti in fondo che
polizia magistratura stampa se la prendessero con gli anarchici. Poi, come avevamo previsto, la repressione
si è estesa, con igliaia di denunce a operai, centinaia di fermi, perquisizioni
ecc. Per la prima volta a Milano è stato violentemente impedito un corteo del Movimento Studentesco (quelli anarchici erano
stati sempre dispersi brutalmente)... Anche un cieco avrebbe potuto capire cosa stava succedendo e
sembrava che anche i giovani dilettanti della rivoluzione marx-leninista cominciassero
finalmente a capire. E invece no. Eccoli a gridare — facendo coro con la sinistra
parlamentare, ben altrimenti interessata — che la repressione non passerà. Come
se la repressione non fosse già passata, come se fosse normale routine democratica
tutto quello che da qualche mese sta' succedendo, come se fosse normale routine
democratica che i fermati dalla polizia “cadano” dal 4° piano della questura e diecimila
operai vengano denunciati e decine di militanti di gruppi extraparlamentari vengano
incriminati e condannati rispolverando i famigerati articoli 270-71-72 del codice
fascista... Come se fosse normale routine
democratica che per gli attentati scopertamente
reazionari vengano immediatamente accusati gli anarchici (cfr. dichiarazione
del poliziotto dr. Calabrese) e fermati, interrogati, perquisiti 588 (cinquecentoottantotto)
militanti della sinistra extraparlantentare e 12 fascisti (rilasciati per primi
dopo essere stati trattati con ogni riguardo)... A quanto pare i nostri scientificissimi
“cugini” marxisti riconoscono la repressione ed il fascismo solo quando porta il
fez (e solo, naturalmente, quando li colpisce direttamente). In questo bollettino
non abbiamo potuto raccogliere per mancanza di tempo e spazio tutta la documentazione
sull'estendersi della repressione (già del resto ampiamente documentata dalla stampa).
Ci siamo limitati al campo anarchico, trovando in esso non solo la nostra specifica
funzione di Crocenera, ma anche purtroppo sufficiente materiale. Perché la repressione
si è estesa, ma continua a colpire sempre e pesantemente gli anarchici. Anarchico era Pinelli, la prima vittima
prescelta della repressione (dopo i morti di Avola e Battipaglia, vittime “casuali”); anarchico è Valpreda, capro espiatorio della
montatura provocatoria; anarchici in larga
parte i fermati ed i perquisiti (oltre settanta solo a Milano); anarchico il movimento
politico scelto come primo più facile bersaglio della calunnia dei pennivendoli...
(da Crocanera n. 5, febbraio 1970)
..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione