La caduta dell'impero della merce non produrrà niente
di più lamentevole della caduta nella disumanità che segna i suoi esordi. Ciò che
è alla fine è anche all'inizio. Una rovina ne nasconde un'altra: dietro il crollo
del capitalismo monopolistico e di Stato viene meno l'intera civiltà mercantile,
secondo un naufragio programmato da lunga data. La fine dell'impero dell'economico
non è la fine del mondo, ma la fine del suo dominio totalitario sul mondo. Tutti
sanno, tuttavia, che una tirannia defunta continua ad uccidere. Non la gioia di
vivere nè l'esuberanza creativa, bensì la paura è la risposta all'evidenza di una
mutazione benefica. Una paura così intensa che l'economia moribonda vi scova ancora
di che rifornire un mercato, il mercato dell'insicurezza, in cui il consumatore,
ricondotto alla sua vera natura di minorato e di vegliardo, medica una muscolosa
protezione per percorrere freneticamente i circuiti obbligati dell'edonismo consumabile.
Per la maggior parte delle persone esiste un solo terrore da cui tutti gli altri
provengono, ed è quello di perdere l'ultima menzogna che li separa da se stessi,
di dover creare la propria vita.
..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione