L’urbanismo unitario prevedeva un
utilizzo del territorio come pratica di resistenza ed opposizione alle
strategie di pianificazione dell’urbanismo razionalista considerato
colpevole, agli occhi dei situazionisti, di costruire città alienanti per
l’individuo e la società. L’urbanismo unitario era un vero e proprio
programma di guerriglia, estetica, funzionale e politica, che coinvolgeva e
sconvolgeva il tessuto urbano. Rispetto ad un fare tecnocratico, di
manipolazione degli esseri umani come cose, realizzato dalla pianificazione
degli urbanisti razionalisti che guardavano e progettavano strategicamente la
città “dal di fuori”, i situazionisti lavoravano sulla città tatticamente
“dall’interno”. I situazionisti negavano i valori pratici dell’urbanistica
razionalista (gli spazi progettati come pre-determinati all’uso) a favore di
una valorizzazione ludica, di libero gioco e di libero utilizzo della città
preferendo gli spazi d’uso semi-determinati e informali. Questa
valorizzazione portava ad un congiungimento del soggetto con il suo oggetto
di valore che dava luogo, a sua volta, ad una valorizzazione utopica degli
spazi urbani, ovvero ad una costruzione di una nuova società attraverso
l’unione realizzata tra città e abitanti: da qui il termine urbanismo unitario.
Tale unione avrebbe dovuto portare ad un cambiamento radicale e irreversibile
della loro identità comune. Come diceva un celebre slogan situazionista
scritto sui muri di Parigi durante i giorni del Maggio francese: “niente
sarebbe stato più come prima”. Gli studi sul nomadismo e sugli accampamenti
degli zingari furono un preludio fondamentale sia alla nascita stessa
dell’Internazionale Situazionista, sia al progetto di New Babylon, la città
situazionista progettata da Constant. New Babylon era per i situazioni la
realizzazioni di un nuovo modello di città, la concretizzazione delle loro
teorie sull’urbanismo unitario. New Babylon, nelle intenzioni dei
situazionisti sarebbe stata una città composta da parti mobili, modulari,
ricombinabili. Una sorta di enorme sovrastruttura abitativa, una enorme rete,
un rizoma, che avrebbe ricoperto l’intera sfera terrestre con delle
megastrutture ludiche. Si trattava, per Costant e per i situazionisti, di
creare un labirinto dinamico in perpetua trasformazione. |