..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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lunedì 29 settembre 2025

A Gaza vige la legge del più forte

Quanto sta accadendo a Gaza e in Cisgiordania non si può spiegare in termini politici, ma solo come effetto di una psicosi che non abbiamo saputo curare.

Quello che accade adesso in Medio Oriente non è che l’ultimo anello di una catena che inizia con la Prima guerra mondiale, la sconfitta dei tedeschi, e la punizione inflitta al popolo tedesco dai francesi e dagli inglesi al Congresso di Versailles del 1919. L’oppressione e l’umiliazione spinsero il popolo tedesco a cercare vendetta: quel desiderio di vendetta si incarnò in Adolf Hitler. Gli ebrei furono la vittima prescelta, accusati senza ragione di avere provocato la sconfitta del 1918.

La Seconda guerra mondiale fu un’immensa tragedia, ma non cancellò la possibilità di credere in un futuro migliore, anzi la liberazione dai nazifascisti suscitò un’energia innovativa che coinvolse enormi masse di popolazione.

Il motto «mai più» era credibile perché nonostante tutto quello che era successo negli anni precedenti, si pensava fosse possibile costruire un futuro di uguaglianza, di solidarietà, di “democrazia”.

Iniziò allora un movimento che per i trent’anni successivi permise a una popolazione prevalentemente giovane di partecipare a un progetto che non appariva utopico, fondato sull’uguaglianza e sulla pace.

Ma oggi nulla rimane di quel mondo di aspettative e nulla rimane di quell’energia. Una popolazione invecchiata sia dal punto di vista demografico sia dal punto di vista intellettuale si ritira spaventata di fronte all’enormità delle minacce: la guerra è tornata, la minaccia nucleare è sempre più spesso e sempre più realisticamente impugnata nello scontro tra l’Occidente e i suoi innumerevoli nemici.

Nulla rimane di quelle aspettative: l’uguaglianza è stata cancellata, criminalizzata, derisa come un disvalore, come un pericolo per le sorti della competizione economica. La solidarietà è stata resa impossibile dalla cultura della competizione e dalla precarietà lavorativa. La pace è stata trasformata in utopia dal prevalere del cancro politico del nazionalismo.

La persecuzione e lo sterminio degli ebrei negli anni della Seconda guerra provocò una sofferenza immensa e duratura che cercò sollievo nella creazione di uno stato criminale che come prima azione scatenò la vendetta contro un popolo che non aveva nulla a che fare con l'Olocausto, ma che era sufficientemente debole per diventare la vittima della vittima.

L’umiliazione subita per mano dei nazisti esigeva una compensazione psichica, e questa compensazione è la persecuzione e lo sterminio del popolo palestinese. L’esperienza che il popolo palestinese sta subendo mostra che la catena della vendetta non può essere interrotta. Se due secoli di razionalismo universalista non l'hanno interrotta, forse dobbiamo concluderne che la ferocia non può essere domata dalla ragione.

Nazionalismo politico e fanatismo fondamentalista sono le ragioni d’essere della comunità politica israeliana. La legge che Israele vuole imporre è quella del più forte, la legge della razza superiore. La legge del dio che si proclama signore degli eserciti. Un dio razzista di cui il suprematismo bianco ha tratto origine.