..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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martedì 17 maggio 2016

Anarchismo come antidoto di ogni potenza

L’anarchismo non avrebbe ragion d’essere se non ci fossero oppressori e padroni, in una sola parola dei “potenti”. Esso è l’antidoto  di ogni “potenza”, perché ogni potenza è violenza contro gli uomini. Essere anarchico è come essere in uno stato di difesa/offesa: non la difesa/offesa della vita animale, ma l'azione/reazione razionale/sentimentale della coscienza umana che non perde di vista, assieme al proprio, il bene altrui. L'uomo diventa anarchico tra gli uomini, proprio perché vuole diventare ed essere Uomo, che è, in ultima istanza, il superamento dello stesso anarchico.
Tutti gli uomini sono in lotta contro i propri simili, mentre gli uni (la maggior parte) riportano in campo sociale i conflitti della giungla, cioè si comportano secondo un'analogia animalesca e quindi non umana (perciò anti- umana), gli altri, i più evoluti (pochini, in verità) lottano per redimere se stessi e tutti gli altri, cioè per eliminare le cause dei conflitti.
I primi sono i fautori (in quanto profittatori o perché "suggestionati") dalla proprietà e dall'autorità, dietro cui si barricano, diventando essi stessi causa di conflitti. La proprietà e l'autorità rispondono alla morale animalesca della legge del più forte. L'origine della proprietà è bottino di guerra, furto, insomma di appropriazione indebita, di accaparramento. In atto, è sottrazione al patrimonio comune di beni e mezzi. Se la proprietà è utenza di cose, l'autorità è utenza di persone. L'una e l'altra sono il diritto del più forte ad abusare di cose e di uomini. Sono quindi le due facce dello stesso fenomeno, che è l'animalità civilizzata, trasportata, cioè, dalla giungla al comunità umana. Nella giungla non esistono autorità e proprietà, ma solo la forza bruta: gli uomini hanno dato un'intelligenza a questa forza, non per superarla, ma per impiegarla razionalmente; così l'hanno civilizzata. La proprietà e l'autorità sono state "legalizzate" anzi "legittimate" giungendo fino alla democrazia, che significa (ma non è) governo di popolo, ma i fatti non cambiano, perché la realtà ci mostra sempre ed ovunque dei vincitori e dei vinti, dei padroni e dei succubi, dei profittatori senza scrupoli e degli impossibilitati da far pietà, degli armati fino ai denti di proprietà e di autorità resi temerari dalla loro corazza di mezzi di difesa/offesa senza cerimonie, e dei disarmati resi pavidi e vili dal loro stato di indigenza.