Di che vi lamentate? Il governo dice che
viviamo nel migliore dei mondi possibili, che liberismo e democrazia
garantiscono pace, libertà, benessere. Ci raccontano le favole e pretendono che
ci crediamo. Intanto per la povera gente vivere è sempre più difficile.
La destra fascista e leghista all’opposizione
ci dice che è tutta colpa di chi è più povero di noi, dell’immigrato, del
profugo di guerra: basta chiudere le frontiere e il nostro paese diventa
l’Eldorado, dove tutti sono ricchi e felici.
Pure i Pentastellati vorrebbero chiudere
le frontiere e cacciare tutti i senza documenti. Vorrebbero anche più galere
per rinchiudere i corrotti e i corruttori. Poi tutto andrebbe a posto: noi
saremo tutti felici di far ricchi i padroni per bene, saremo contenti che vi
siano governi saggi che decidono cosa è meglio per noi.
Gli antagonisti invece hanno trovato la
formula magica che risolve tutti i problemi. Votare No alla riforma
costituzionale voluta dal governo, per far cadere Renzi e mandare al suo posto
i 5 stelle, un partito autoritario, giustizialista e razzista.
Leghisti, fascisti, forza italici,
pentastellati, rifondati ed antagonisti andranno tutti a votare No per cacciare
Renzi. Anche la minoranza dello stesso PD voterà No per indebolire il governo.
La Carta costituzionale è solo carta.
Nei fatti la Costituzione reale del paese è sempre stata lontana da quella
formale, comunque condizionata dal trovare un equilibrio tra i maggiori
partiti, in un paese destinato all’orbita statunitense. Al di là di qualche
generico proclama, la Costituzione difende la proprietà privata e quindi il
diritto allo sfruttamento del lavoro, delle risorse e delle nostre stesse vite.
La distanza tra la Costituzione formale
e la Costituzione reale dimostra che le stesse regole del gioco del potere sono
solo una vetrina da lustrare nelle cerimonie ufficiali tra il 25 aprile e il 2
giugno. Una vetrina che certa sinistra, radicale e non, sta lustrando per
mettere in scena un’opposizione al governo che stenta a crescere nella società
e si rifugia nel gioco referendario, dove c’è ressa per partecipare alla
partita dei tutti quanti assortiti contro Renzi.
I richiami alla Resistenza farebbero
infuriare i tanti partigiani che combatterono perché volevano che la sconfitta
del fascismo fosse il primo passo verso la rivoluzione, senza padroni e senza
un governo dei pochi su tutti.
In questi ultimi trent’anni chi ha
governato ha distrutto diritti e tutele, strappati in decenni di lotte, di chi
aspirava ad una totale trasformazione sociale.
Il governi di questi decenni ci hanno
detto che non c’erano soldi. Mentivano. I soldi per le guerre, per le armi, per
le grandi opere inutili li hanno sempre trovati. Da anni aumenta la spesa
bellica e si moltiplicano i tagli per ospedali, trasporti locali, scuole.
Non vogliono spendere per migliorare le
nostre vite, perché preferiscono usarli per le guerre non dichiarate, che in
barba alla Costituzione, i governi di destra e di sinistra hanno fatto in ogni
dove.
Costruire un’opposizione sociale
radicale e radicata è un percorso che non consente scappatoie.
Cacciare Renzi per far governare Di
Maio? O Salvini, Berlusconi…
Non fa per noi. Cacciamoli tutti! Vadano
via tutti!
Il gioco della Carta Costituzionale è
come quello delle tre carte: non si vince mai. O, meglio, vince il ceto
politico, vincono i populisti, il popolo del no euro, quello degli spaventati
dalla finanziarizzazione dell’economia. Non si caccia un mostro evocandone un
altro. Il Godzilla che esce dalle acque del Mediterraneo è un mostro
nazionalista, che si nutre di muri e filo spinato, che sogna il protezionismo e
l’autarchia. Può sconfiggere Renzi, come Trump ha sconfitto Clinton.
Tra i due o tre mostri che governano o
aspirano a governare noi rifiutiamo di scegliere, scegliamo il rifiuto. Non
vogliamo decidere la foggia delle nostre catene, perché vogliamo spezzarle.
Cambiare la rotta è possibile. Con
l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando le
esperienze di autogestione, costruendo reti sociali che sappiano inceppare la
macchina e rendano efficaci gli scioperi, le lotte territoriali, le occupazioni
e riappropriazioni dal basso degli spazi di vita.
Un mondo senza sfruttati né sfruttatori,
senza servi né padroni, un mondo di liberi ed eguali è possibile.
Tocca a noi costruirlo.
Federazione
Anarchica Torinese