Contro la
decisione della “Giustizia” Federale e del governo brasiliano che vogliono
occupare tutte le terre del popolo Guarani Kaiowá, è stato scritto il
seguente appello tanto tragico quanto dignitoso da parte di queste persone
pacifiche e native che vivono sulle rive del fiume Hovy. L'appello può essere
interpretato come un'azione suicida collettiva (ricordiamo anche i Mapuche), o
come un invito per l'esercito a sparare contro queste persone.
“Noi, 50 uomini, 50 donne, 70 bambini
Guarani Kaiowá del Brasile, esponiamo qui la nostra situazione e la nostra
decisione definitiva di fronte all'ordine di espulsione della Giustizia
Federale, dossier nº 00000 32-87. 2012.4.03.6006 del 29/09/2012. Noi siamo
stati avvisati che saremmo stati attaccati ed espulsi dalle rive del fiume da
parte della pulita Giustizia Federale di Navirai. Così, è evidente che l'azione
stessa della Giustizia del Brasile genera e aumenta le violenze contro di noi,
violando il nostro diritto di sopravvivere sulle nostre terre ancestrali, le
rive del fiume Hovy. E' chiaro che la decisione della Giustizia Federale fa parte
del genocidio storico dei popoli indigeni. Noi proclamiamo al Governo e alla
Giustizia Federale che abbiamo perduto la speranza di sopravvivere degnamente e
senza violenza, e che noi non crediamo più nella loro Giustizia. A chi andremo
a denunciare il genocidio praticato contro di noi? A quelli che lo alimentano?
Noi abbiamo valutato la nostra situazione
e abbiamo concluso che, a breve, moriremo. Noi non abbiamo e non avremo la
possibilità di vivere degnamente né sulla riva dell'Hovy, né lontano da qui. Siamo
accampati a 50 metri dal fiume, e quattro dei nostri sono già stati uccisi, due
per suicidio indotto, due sotto la tortura degli uomini armati al servizio dei
grandi proprietari. Viviamo su queste rive da più di un anno, senza protezione,
isolati e accerchiati da questi uccisori; noi mangiamo una sola volta al
giorno; tutto questo lo subiamo per ritrovare la nostra terra, al centro della
quale c'è il cimitero dei nostri antenati, parenti, anziani, padri, nonne. Fino
ad oggi abbiamo resistito, ma tutti insieme, a questo punto, abbiamo deciso di
non andare via da qui. Noi allora vogliamo essere uccisi e seppelliti qui.
Abbiamo già sofferto molto, veniamo massacrati e moriamo a un ritmo rapido. Non
andremo via da qui. Abbiamo deciso di lasciarci uccidere qui, collettivamente.
Domandiamo una volta per tutte alla Giustizia Federale di decretare il nostro
sterminio totale, di far entrare dei trattori per scavare una fossa e di
seppellirci tutti insieme. Noi non abbiamo altra opzione, questa è l'ultima
decisione unanime di noi, i Guaranti”.