Il Manifesto per la soppressione dei
partiti politici mostra rigore di pensiero e richiama quella più alta moralità,
a partire dalla quale Weil basa il senso della rivoluzione. Moralità e pensiero
sono sostenuti dall’amore per la verità. Mentendo alla verità, i paladini dei
poteri costituiti e dei partiti politici ammutoliscono il pensiero in dogmi e
dottrine inconfutabili; Weil parla della verità vissuta in anima e corpo
secondo le parole del Cristo: «sono venuto per rendere testimonianza alla
verità».
“Per apprezzare i partiti politici
secondo il criterio della verità, della giustizia e del bene pubblico conviene
cominciare distinguendone i caratteri essenziali”, scrive Simone e ne attesta
tre. Un partito politico è una macchina per fabbricare passione collettiva (e
per passione collettiva si intende fanatismo); un partito politico
è un’organizzazione costruita in modo da esercitare una pressione
collettiva sul pensiero di ognuno degli esseri umani che ne fanno parte; il
fine primo e, in ultima analisi, l’unico fine di qualunque partito politico è
la sua propria crescita, e questo senza alcun limite. “Per via di questa
tripla caratteristica, ogni partito è totalitario in nuce e nelle aspirazioni.
Se non lo è nei fatti, questo accade perché quelli che lo circondano non lo
sono di meno”. Considerando la terza caratteristica, Simone la illustra come
caso particolare di un fenomeno che si verifica ovunque la collettività prenda
il sopravvento sugli esseri pensanti. “I partiti sono un meraviglioso
meccanismo in virtù del quale in tutta l’estensione di un paese, non uno
spirito dedica la sua attenzione allo sforzo di discernere, negli affari
pubblici, il bene, la giustizia, la verità”.
Weil prosegue ammettendo che il
meccanismo di oppressione spirituale e mentale proprio dei partiti è stato
introdotto nella storia dalla chiesa cattolica nella sua lotta contro l’eresia.
E se, nonostante l’Inquisizione, la chiesa non ha soffocato del tutto lo spirito
di verità è perché la mistica offriva un rifugio sicuro. Rifugio sicuro non
tanto per l’incolumità fisica o la scomunica morale, ma per mantenere viva la
verità, la testimonianza della quale “è costituita dai pensieri che sorgono
nello spirito di una creatura pensante, unicamente, totalmente, esclusivamente
desiderosa della verità”.
I partiti le sembrano,
in conclusione, un male senza mezze misure. La loro soppressione “costituirebbe
un bene quasi allo stato puro”, giacché l’operazione di prendere partito, anche
in termini più generali, “di prendere posizione pro o contro, si è sostituita
all’operazione del pensiero”.