Ogni essere umano vive e prospera in
virtù di un principio che gli è inerente e che determina la sua natura particolare;
principio che non gli è imposto da qualsiasi legislatore divino ma é invece il
risultato prolungato e costante di una combinazione di cause e di effetti
naturali. E questo principio non é nell'uomo come un'anima nel suo corpo,
secondo l’assurda immaginazione degli idealisti, ma non è che un effetto del
modo in cui si manifesta la sua esistenza reale.
Per la specie umana, come per tutte le
altre specie animali, ha principi che le sono propriamente inerenti; e tutti
questi principi si riducono o si riassumono in uno solo che noi chiamiamo Solidarietà.
Tale principio può formularsi in questo modo:
"Nessun
essere umano può riconoscere la sua umanità, né per conseguenza realizzarla
nella vita, se non riconoscendola negli altri e cooperando per tale
realizzazione. Nessun uomo può emanciparsi finché non procuri di emancipare gli
altri. La mia libertà sta nella libertà di tutto il mondo, poiché io non posso
essere realmente libero, e libero non solo nelle idee ma anche nelle azioni, se
la mia libertà e il mio diritto non abbiano conferma e sanzione nella libertà e
nel diritto di tutti gli uomini a me eguali" (Michele Bakunin).
Le condizioni d'esistenza degli altri uomini
é per me fatto importante, perché l'individuo più indipendente che io mi immagini
o che mi sembri tale per la sua posizione sociale, sia esso papa, re, presidente
o primo ministro, é sempre il prodotto dello stato sociale in cui vivono gli
altri uomini, i più umili. Se essi sono ignoranti, miserabili e schiavi, la mia
esistenza viene determinata dalla loro ignoranza, dalla loro miseria e dalla loro
schiavitù. Io, uomo illustre ed intelligente, per esempio, sono una bestia
davanti alla scempiaggine altrui: io valoroso, sono schiavo per la loro servitù;
io ricco, tremo davanti alla loro miseria; io privilegiato, impallidisco davanti
alla loro giustizia; io infine, cercando di essere libero, non posso esserlo se
intorno a me gli uomini non abbiano pari aspirazione, e quindi impieghino
contro di me tutti gli strumenti della loro oppressione.