Marzo 1915.
Italia divisa anche tra chi voleva entrare in guerra (interventisti) e chi non
ne voleva proprio sapere (neutralisti). Il 31 di quel mese gli antimilitaristi
manifestarono a Milano contro l'intervento bellico italiano. Lo Stato non
rimase a guardare e ordinò una feroce repressione. Lo Stato, violento in
nuce, essendo un organismo militare, onora la guerra e combatte chi la
rinnega, salvo farsi ipocrita a parole -dette o scritte- per illudere le masse.
La repressione di Milano del 31 marzo 1915 coinvolse 235 persone, che furono
tutte arrestate, tra loro il direttore dell'Avanti, Giacinto Menotti Serrati.
Lo Stato, non ancora sazio della sua violenza, libera il suo folle cinismo e in
quella stessa giornata dà libero mandato a Benito Mussolini per
organizzare una manifestazione a favore della guerra. La sbirraglia esulta, la
borghesia esulta, la massa statalizzata e intrisa di nazionalismo esulta. Gli
anarchici si preparano ad una resistenza che dura ancora oggi, e che non finirà
fintanto che lo Stato, generatore di violenza, non sarà abbattuto. Allora, e
solo allora, sarà la pasqua dell'umanità.