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domenica 19 marzo 2017

Parigi 1871: la Comune libertaria

[…] La Comune aveva abolito per prima cosa gli alti onorari, molti operai si seppero improvvisare impiegati e ricoprirono il nuovo incarico con grande zelo e competenza. Un cesellatore (Theisz) divenne il direttore delle poste, trovò, un servizio quasi inesistente, disorganizzato, con i valori rubati. Riunì tutti i dipendenti rimasti li arringò e li convinse a passare alla Comune: in breve la levata delle lettere e la consegna fu ristabilita in tutta la città, si arrivò anche a far partire la corrispondenza per la provincia a mezzo di agenti abili e coraggiosi. Lo stesso avvenne alla zecca dove un operaio aggiustatore in bronzo (Camelinat) venne incaricato di mandare avanti la baracca: si fecero nuove coniazioni con l'argento dell'argenteria che si requisì. L'assistenza pubblica venne curata da Treilhard che redasse un minuzioso rapporto sui risultati ottenuti e sulle modificazioni dell'assistenza pubblica come pure sull'allargamento della stessa. Il delegato alle finanze (Jourde) riuscì a presentare un bilancio talmente preciso, oltre che attivo, da costituire un vero gioiello d'amministrazione e un'eccezione in materia di bilanci pubblici: nella relazione al bilancio lo stato delle finanze della Comune era giudicato florido; in questo lavoro Jourde era stato assistito da Varlin, ambedue operai internazionalisti.
Se si pensa che tutto questo, ed altro specie nel campo dell'istruzione, delle biblioteche, della lotta contro la chiesa, della propaganda a mezzo dei giornali, fu compiuto in appena 72 giorni, ci si rende conto che la produttività raggiunta fu massima e che ognuno fece il proprio dovere. Le eccezioni furono immediatamente circoscritte ed eliminate dall'incarico.
É proprio questo il principio che deve reggere il fondamento della rivoluzione proletaria e della successiva organizzazione: la delega in base alla funzione, non più quindi in base al titolo o al casato, ma soltanto in base alla funzione; naturalmente con la premessa indispensabile della removibilità.
In questo vedrei il più alto insegnamento della Comune, al di là dei teorici di professione, al di là dei letterati e dei giornalisti, l'operaio seppe mettere a disposizione del «suo» apparato rivoluzionario la sua esperienza e la sua produttività. Questo fenomeno, in quella sede, non fu che un lampo appena, in altre sedi successive, come in Ucraina e in Spagna, l'esperimento poté durare più a lungo, non dovrebbe essere lontano il giorno in cui da esperimento si possa passare a fatto definitivo. La volontà nella massa operaia non manca, la sua capacità produttiva è sempre più ampia, la sua rottura con le ristrette cerchie degli sfruttatori capitalisti e sempre più decisa; resta solo da evitare che una nuova marea di oratori, di letterati, di sognatori in buona e male fede, riesca a montare all'assalto della «realtà» operaia, il resto non tarderà a venire.

Tratto da:
“Parigi 1871: la Comune libertaria”
Di Franco Coniglione