Posso io vivere
senza autorità?
Pormi questa
domanda sarebbe lo steso che chiedermi: è possibile che io compia le funzioni della
nutrizione, dei rapporti, della riproduzione cioè pensare, produrre, amare,
divertirmi etc... senza poliziotti, senza giudici, senza soldati, senza agenti
delle imposte, senza legislatori, senza organizzatori ed amministratori sociali?
Giacché l'autorità è un fenomeno concreto e non un’astrazione, come vorrebbero farci
credere coloro che dell’esercizio delle funzioni autoritarie vivono oggidì o
sperano di vivere domani, coloro che hanno bisogno dei funzionari dell'autorità
per conservare il possesso dei loro privilegi e dei loro monopoli. lo non provo
alcuna difficoltà ai formulare una risposta a tale domanda e la risposta è questa:
"lo non ho alcun bisogno che esistano dei funzionari dell`autorità perché
si manifesti e si conservi la mia vita. Io posso perfettamente vivere ed
evolvere. incamminarmi verso il mio destino, senza gendarmi, senza secondini,
senza carnefici, senza applicatori di codici, senza preti, senza eletti come
senza elettori. E non c'è un filosofo, un biologo od un fisiologo degno di
questo nome, che possa provarmi che perché io assimili, disassimili, etc... è
indispensabile che esistano dei rappresentanti dell'autorità. E potrebbe anche
non esservi sulla faccia della terra neppure un solo esecutore dell'autorità,
ed io compirei egualmente bene – ed anche meglio - le mie funzioni vitali. Io
posso vivere senza autorità”.
L'uomo che si è
reso conto che l’esistenza degli esecutori dell’autorità non e che una superstruttura,
una escrescenza, una anormalità in rapporto alla vita, non è che un essere
guarito, liberato, sbarazzato di un tumore di una tara intellettuale;
ricondotto al uno stato di buona salute psicologica. Vero è che questo ritorno
personale ad uno stato di salute normale non impedisce agli agenti dell'autorità
di opprimerlo, di infastidirlo, di tormentarlo, anche, all'occorrenza. Ma ciò
si deve al fatto che gli esseri umani che lo circondano vivono sotto l'imperio,
sotto la suggestione del pregiudizio della necessità, della indispensabilità anzi,
dell'esistenza dei rappresentanti dell'autorità. Giacché l'esistenza degli
agenti delle istituzioni governative e statali - e queste istituzioni non
funzionano che per mezzo dei loro rappresentanti - è la conseguenza della fede
che ha nella loro necessità la grande maggioranza degli uomini, niente o male
illuminati e, fisiologicamente parlando, malati. È questo un accidente.
Accidente che non può in alcun modo impedire che l'uomo pervenuto - almeno con
la mente - ad una concezione della vita ignorante Stato, governo,
organizzazione autoritaria, polizia, tribunali, case di pena, esercito, dittatura,
etc... sia un uomo affrancato, rinnovato, ritornato allo stato normale. E non
avvi alcun sofisma, alcuna argomentazione, alcun cavillo che possa comunque
infirmare questa constatazione.
Emile Armand