Anarchia vuol
dire assenza di potere, assenza di autorità, assenza di gerarchia, assenza di
ordine prestabilito – ordine stabilito dai pochi o dai primi, che è legge per i
molti o per i secondi.
È mai possibile
essere libero quando si è sottoposto ad un potere o ad una autorità qualunque?
Si può mai considerare libero quell’uomo che può ricevere un comando da un
altro uomo? Dov’è mai la nostra libertà, quando noi siamo costretti dalla legge
a conformarci ad un ordine prestabilito, il quale ci riesce già insopportabile
per il solo fatto che ci è imposto? Un vero amico della libertà deve essere
nemico di ogni potere, di ogni autorità, di ogni comando, di ogni elevazione di
uomo al di sopra di altri uomini, deve essere nemico di ogni legge, di ogni
ordine prestabilito, deve essere, in una parola, un anarchista.
La vera libertà
non si otterrà che nell’anarchia, che è per conseguenza il primo termine
necessario della rivoluzione. Oggi, l’anarchia vuole che si attacchi, si
combatta e si distrugga lo stato, che è l’organismo di tutti i poteri
costituiti: la grande macchina politica che opprime l’uomo assicurandone lo
sfruttamento. Ma fatta tavola rasa di tutto l’ordine esistente, l’anarchia
esige che s’impedisca ogni nuovo impianto di autorità, ogni nuova supremazia,
ogni nuovo dispotismo, ogni impianto di nuovo stato.
Oggi l’anarchia
ha un carattere aggressivo e distruttivo: domani avrà un carattere preservativo
e protettivo. Oggi è rivoluzione diretta: domani rivoluzione indiretta,
impedimento della reazione.
Domani abbattuti
gli ostacoli, l’anarchia sarà solidarietà ed amore: libertà completa di tutti.
Essa formerà l’ambiente necessario allo sviluppo della felicità umana, allo
sviluppo della vera libertà e della vera uguaglianza, all’avvenimento ed allo
stabilimento definitivo della rivoluzione fra gli uomini. Anarchia sarà domani
libero e completo sviluppo dell’individuo, che spinto solamente dai suoi gusti,
dalle sue tendenze e simpatie, si assocerà con gli altri nel gruppo, nella
corporazione od associazione che dir si voglia, le quali alla loro volta si
federeranno liberamente nel comune, come i comuni nella regione, le regioni
nella nazione e le nazioni nell’umanità.