Liberare lo spazio da questa innaturale sovrapposizione è il compito
di una geografia che voglia essere anarchica. Natura contro storia significa spazio
contro Stato, armonia tra uomo e natura significa, invece, spazio riconciliato con
la storia. E questa è esattamente, per Reclus, la società anarchica: la riorganizzazione.
senza autorità, dello spazio. La disarticolazione della logica gerarchica che irregimenta
il territorio statale deve avvenire individuando i gangli politici, militari ed
economici che costituiscono le basi stesse del "sistema nervoso" del dominio.
Liberato lo spazio dalla sovrapposizione autoritaria dello Stato, e quindi dai suoi
rapporti di forza del tutto innaturali, gli uomini dovranno organizzare la società
secondo quella unica "legge" che legittima un'osservanza universale: la
legge di natura.
Ma poiché. come abbiamo visto, la natura si modifica nel tempo a causa
dell' azione umana (è, appunto, la Storia che interviene sullo spazio), allora occorre
trovare una sintesi tra queste due istanze, sintesi capace di riportare il sociale
all' interno del naturale.
La via indicata da Reclus parte dall' idea federalistica della aggregazione
spontanea delle comunità umane.
In altri termini, lo spazio viene riorganizzato senza l'intervento dell'
autorità perché gli uomini che vi abitano non hanno bisogno di coercizioni per vivere,
visto che, «ad onta della violenza, la natura tende a rimettere ciascun popolo dentro
i confini naturali». Confini, beninteso, che non hanno nulla a che fare con quelli
rivendicati dalle varie culture nazionalistiche e patriottiche; questi confini,
infatti non esistono in natura, come invece pretendono tali ideologie.
La società anarchica è la società che sostituisce le leggi storiche e
artificiali del potere con quelle spontanee della socievolezza naturale. La natura,
ovviamente,non è sempre benefica nella sua immediatezza e non è sempre mite in molte
sue manifestazioni esteriori; può però essere fonte di giustizia e di libertà, se
si instaura correttamente con essa un rapporto capace di cogliere l'intima razionalità
che pervade la necessità del tutto.