Due sono le forze propulsive dell'anarchismo, quella distruttrice e quella
costruttrice: abbattere dominio, costruire libertà.
La prima non si riconosce nel presente, anzi lo delegittima, lo combatte
e mira gradualmente a distruggerlo; la seconda invece è tutta intenta a prospettare
di già il futuro: una società della libertà e dell'uguaglianza.
Insomma, gli anarchici, convinti che le iniquità siano dovute all'organizzazione
gerarchica della società, propongono che ognuno riprenda nelle proprie mani il destino
e che tutti insieme riprendiamo in mano il destino dell'umanità, per renderci artefici
di una società in orizzontale, che parta dall'individuo per giungere poi alla libera
associazione fra individui, alla comune ed infine ad una federazione dal basso,
che unisca le libere comuni dal territorio al mondo intero.
Ecco, è così che gli anarchici amano pensare il municipalismo o il comunalismo
libertario, come dir si voglia: come una proposta radicale, rivoluzionaria, ma nello
stesso tempo gradualista; una proposta che si colloca nelle conflittualità dell'oggi
per la difesa degli interessi immediati delle classi subalterne, ma si prefigge,
nel contempo, di iniziare a costruire nel "qui ed ora" le basi alternative
su cui edificare la società libera del domani.