..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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sabato 9 ottobre 2021

Punk

Mi interessa tutto ciò che è rivolta, disordine, caos, in modo particolare le azioni apparente­mente prive di significato. Mi sembra di stare sulla strada che porta alla libertà.

(Jim Morrison dei Doors)

 

Nella lingua inglese del XV secolo punk significa puttana. In seguito, durante il proibizionismo, la parola entrò a far parte del gergo della malavita con il significato di bandito di mezza tacca, di teppistello senza avvenire. Nel pop viene utilizzato per indicare uno stile molto primitivo e violento, il contrario della musica sofisticata e cerebrale di quegli anni.

Tra l'autunno del 1976 e l'estate del 1977, una musica particolare, uno stile sottoculturale molto vistoso e una crisi nazionale sempre più incalzante sembrarono per un momento fondersi insieme. Il punk fece irruzione in una Londra colta di sorpresa e acquistò ben presto quei sinistri connotati che ne fecero un nuovo spauracchio popolare, una dimostra­zione drammatica del preoccupante aggravarsi dello stato di malessere in cui versava la Gran Bretagna. Molti vedevano nel punk un fenomeno fin troppo ovvio, altri cercavano di scoprire in esso un senso politico al di là dei simboli violenti e provocatori che circondavano quella sottocultura, e si domandavano se fosse un fenomeno fascista o anarchico.

Il punk proclamava la necessità di violare il monotono copione quotidiano del senso comune, proponendo una macabra parodia dell'idealismo sul quale si fondava il concetto che affermava non esistere alcun futuro al di là del presente.

Lo stile punk era l'amalgama di tutte le precedenti sottoculture, la sua musica era la somma di tutti i rumori giovanili ribelli.

Fu anche per l'Italia una vera rinascita musicale. Il ritrovato impulso creativo e la vitalità giovanile dei fine Settanta portò ad un continuo proliferare di gruppi rock, ed esplose un underground di notevoli proporzioni, in grado di scardinare l'appiattimento culturale che l'aveva preceduto. Il punk liberò l'energia e l'etica del Do It Yourself fece il resto: pur nella quasi assoluta mancanza di circuiti e strumenti di propaganda e di informazione precostituiti, nascono le prime etichette indipendenti, proliferano le fanzine e si affacciano nelle edicole i primi mensili specializzati.

La cultura alternativa punk esprime concetti e progetti pratici. Combatte per mostrare verità o teorie proprie. Paranoia, rabbia, eccesso servono a combattere i propri antagonisti sociali. Il punk si scaglia contro, sprigionando la più forte e incisiva passione in ogni cosa, atto, fatto, rischiando spesso o sempre un distacco folle dalla realtà e dal ritmo che questa impone. In questo contesto, ogni attimo può sempre, con follia, contribuire alla costruzione di un progetto di vita. In questa ribellione vi è l'affermazione confusa di una libertà totale. L'affermazione del furore di vivere, contro una noia quotidiana imposta. Un rifiuto puro al vecchio mondo che ripropone costantemente lo stesso tempo, un rifiuto nichilista, un superamento totale di ogni dinamica imposta.

Nichilismo, situazionismo, ironia arrivarono puntualissimi insieme all'estetica, al chiodo ormai simbolo di ribellione, tempestato di spillette, di borchie, di toppe.

I Punk hanno stravolto con un impeto violentissimo, da cani sciolti, la scena cittadina mandando in tilt le città. Dalle ceneri dei movimenti armati, ai primi spazi sociali, ma in modo totalmente anarchico, senza pastoie, senza guardare a ciò che c'era intorno. La scena musicale italiana si è creata da sola e ha sfornato disco dopo disco buona parte del punk italiano e non solo.

 

Il punk e l'hardcore, erano "virus" che si diffondevano, e bastava un disco, una scritta sul giubbotto, una camicia, uno sguardo, una maglietta o una frase. Roba nostra, in qualche modo stavamo da questa parte di una barricata, ché dall'altra c'era tutto un mondo da fare schifo. E alla fine non c'era da stupirsi che fossimo istintivamente, visceralmente o superficialmente anarchici. Ribelli...