Non si può
creare un nuovo sentiero nel bosco fintanto che non si comincia a percorrerlo.
I sentieri si possono formare soltanto in questo modo: percorrendoli.
All'inizio ci saranno rovi, ma più si cammina e meno rovi si avranno. Chi si
astiene dal percorrere nuove strade, e non contribuisce così alla loro
formazione, o è felice della vecchia e dolorosa strada, o ha paura di qualcosa
di diverso. Prendiamo questi due casi. Se una persona è felice della vecchia
strada, una strada che ha sempre dimostrato di essere sterile e malvagia, non
dovrebbe lamentarsene, mentre invece io sento lamenti che mi giungono in
continuazione da questi viaggiatori che in realtà non viaggiano, ma ripetono
noiosamente un cammino di schiavitù essendo convinti che sia libertà. Se invece
la persona ha paura di qualcosa di diverso, questa persona ha seri problemi
psicologico-culturali che sono soltanto suoi, sono suoi fantasmi, e dovrebbe
porvi rimedio. Non si possono congetturare pericoli sulla base di pregiudizi,
magari messi in testa da chi ha tutto l'interesse che si cammini sempre e
soltanto sull'unica strada. E non si possono nemmeno ipotizzare dolori su una
strada che non si conosce quando per cinquemila anni si è percorso un calvario
costante e straconosciuto. Non c'è bisogno di scomodare analisti e cervelloni
vari per capire che tutti quelli che denigrano o rigettano a priori qualcosa
che non conoscono stanno soltanto difendendo e perpetuando qualcosa che ormai da
troppo tempo il buon senso suggerisce di distruggere, abbandonare, cancellare.