Eddi, compagna di Torino in prima fila in tante lotte, da quelle No
Tav a quelle studentesche, da alcuni mesi ha deciso di unirsi alle Ypj, le
Unità di Difesa delle Donne nella Federazione della Siria del Nord. A novembre
aveva scritto una lettera (letta in occasione della manifestazione nazionale di
Non Una di Meno contro la violenza sulle donne) in cui annunciava la sua scelta
e raccontava del protagonismo e della centralità delle donne all'interno della
rivoluzione della Siria del Nord.
Di seguito la lettera di Eddi.
Ciao a tutte e
tutti,
vi scrivo dalla
Siria del Nord, un luogo che seppur martoriato da anni di dittatura e guerra
civile, grazie all’enorme sacrificio di tante e tanti è oggi una terra libera.
Una terra libera e di libertà soprattutto per le donne, che sono l’avanguardia
di questa rivoluzione.
Questo protagonismo
poggia su una chiara presa di posizione ideologica: il ruolo delle donne nella
società è centrale ma schiacciato da millenni di patriarcato, il loro
sfruttamento è il più brutale e radicato; se si vuole una società libera
bisogna che le donne siano libere. Devono poter sostenersi economicamente e
politicamente, formarsi, sviluppare al massimo le proprie possibilità, ambire a
qualunque desiderio, sentirsi ed essere sicure e forti. Che siano in grado
proteggere se stesse, le persone e la terra che amano.
Questa teoria si è
fatta pratica: collettivamente si sono organizzate per rispondere a ognuna di
queste esigenze e ogni giorno si trova il modo per superare i nuovi ostacoli.
Le loro organizzazioni sono autonome: sono le donne la soluzione ai problemi
delle donne! Ma è laddove questi problemi nascono, nella società con le sue
contraddizioni, che bisogna seminare, perché si radichi un cambiamento che
costruisca un futuro libero dalla violenza patriarcale. È con la loro autonomia
e i loro saperi che le donne fanno da traino e garanzia perché si viva tutte e
tutti insieme una vita ibera e dignitosa. In questo solco sono nate le YPJ,
Unità di Difesa delle Donne, ed è la convinzione che tutto ciò valga anche in
casa nostra che mi ha spinto a scegliere di farne parte.
Le Ypj sono un
corpo militare che ha saputo riportare straordinarie vittorie sul campo di
battaglia; hanno liberato migliaia di persone dall’orrore dell’isis, le
proteggono dal regime siriano, non hanno mai arretrato di fronte agli attacchi
di uno stato fascista e patriarcale armato di arsenali come la Turchia... ma
non solo... Sono anzitutto un’organizzazione rivoluzionaria che incarna e
sviluppa un cambiamento profondo, sociale, politico e culturale. Voglio
spiegare questo concetto raccontando quella che viene chiamata la ‘teoria della
rosa’; ogni creatura vivente ha le sue forme di autodifesa. Una rosa coltiva la
bellezza dei suoi petali grazie alle spine che la proteggono da ciò che la
minaccia. Ogni donna è una rosa e può coltivare la propria bellezza solo grazie
alle sue spine, alla sua difesa. Potersi difendere vuol dire avere delle basi
culturali, filosofiche e sociali del tutto diverse da quelle su cui si fonda il
patriarcato. La rivoluzione delle donne è la rivoluzione delle rose. Ogni fiore
pianta radici che smuovono la terra su cui cresce e coltiva le spine che
permetteranno il suo sbocciare rigoglioso.
Le nostre lotte
quotidiane contro la violenza sociale e delle istituzioni hanno tanto da
condividere con quello che accade in Siria. La libertà e i saperi conquistati
dalle donne qui sono la nostra libertà e i nostri saperi. Come ogni nostro
avanzamento è anche loro. Viviamo in contesti diversi, sì, come diverse sono le
forme della violenza usata contro di noi, ma il nemico è lo stesso. Ovunque
siamo, la nostra forza sta nell’organizzare la nostra rabbia, la nostra voglia
di riscatto, cambiamento e uguaglianza. Ovunque c’è violenza c’è un modo per
difendersi, insieme.
A ognuna le sue
battaglie, per tutte la lotta e la vittoria!
Sempre al vostro
fianco,
Eddi
In questo video spiega le ragioni che l'hanno portata a unirsi alle
Ypg e l'importanza di sostenere anche da qui l'esperimento rivoluzionario del
confederalismo democratico, soprattutto in queste settimane in cui si trova
sotto violento attacco da parte della Turchia di Erdogan.