L’azione
individualistica anarchica consiste nello sviluppare l’odio, il disgusto, il
disprezzo personale per la dominazione dell’uomo sull'uomo per mezzo dell’uomo,
delle collettività sopra o per mezzo dell’individuo. Consiste nel creare uno
spirito di critica permanente ed irriducibile verso le istituzioni che
insegnano, mantengono, preconizzano la dominazione degli uomini sopra i loro
simili. E non soltanto contro le istituzioni, ma altresì contro gli uomini che
queste istituzioni rappresentano, poiché e per opera di quelli che conosciamo
queste. Infatti l’autorità è un astrazione, la si conosce solo attraverso i
suoi rappresentanti e i suoi esecutori, esiste, per ciascuno di noi, sotto forma
di deputati, giudici, gendarmi, carcerieri, agenti delle imposte, contribuenti,
elettori.
Per Armand
l’anarchismo è innanzitutto una filosofia di vita, non è solo un modo di
praticare i rapporti sociali ma anche di vedere il mondo. Egli afferma che
l’anarchico, nel senso forte della parola, è quell'individuo che esprime
un’insofferenza esistenziale contro ogni forma d’autorità, che lotta contro il
potere perché, prima di tutto, questo lo opprime direttamente, poi perché
opprime anche gli altri. Naturalmente non vengono sottovalutate le possibili
considerazioni sociali, collettive e interumane, ma il fattore determinante è
rappresentato dall'azione condotta in prima persona, nel senso che è sempre il
singolo soggetto l’alfa e l’omega di ogni riferimento giustificativo della
prassi, la vera e unica certezza che dà valore agli scopi della lotta, la sola
fonte che illumina la condotta umana.