Nella notte tra il
10 e l’11 maggio
Il maggio francese,
inizialmente animato perlopiù dagli studenti vede il suo convenzionale inizio con
l’occupazione della Sorbona e i conseguenti scontri succeduti allo sgombero ed agli
arresti da parte della polizia. Da quel momento il movimento inizia ad organizzare
ed a prepararsi allo scontro con le forze dell’ordine, precedentemente raro e non
particolarmente intenso.
Il 10 maggio un corteo
di 20.000 persone si muove verso il ministero della giustizia per chiedere la riapertura
della Sorbona (fatta chiudere dal rettore dopo i fatti del 3 maggio) e la liberazione
degli studenti arrestati. La polizia occupa i ponti sulla senna, il corteo decide
dunque di non provare a forzare gli sbarramenti della polizia per continuare verso
il ministero, ma di occupare il Quartiere latino, area universitaria nei pressi
della Sorbona. E’ intorno alle 21 che si concretizza l’idea di ingaggiare le forze
dell’ordine in uno scontro deciso e iniziare la resistenza ad oltranza: una sessantina
di persone inizia ad erigere le prime barricate. Da subito tutti accorrono a rafforzare
le difese (“Mai la passione della distruzione si era mostrata più creatrice. Tutti
corsero alle barricate. I leaders non avevano più la parola”, commenterà Vienet).
Verso mezzanotte
una delegazione di studenti ed insegnanti viene accolta dal rettore, che decide
di riaprire l’università, ma che chiaramente non può dare garanzie riguardo agli
arrestati.
Solo intorno alle
2.15 la polizia, dopo aver lanciato una enorme quantità di lacrimogeni, decide di
caricare gli occupanti. A quell’ora rimanevano in strada circa 2.000 persone, la
maggior parte studenti (moltissimi liceali, oltre che studenti universitari), qualche
centinaio di operai, gruppuscoli di blousons-noirs (piccoli delinquenti), molti
stranieri e molte ragazze. Gli scontri continuarono intensissimi per più di tre
ore. Intorno alle sei del mattino, dopo più di 500 arresti, e con la fuga degli
occupanti (molti dei quali nascosti dalla popolazione della zona, che si mostrò
da subito solidale) il quartiere si poteva dire “ripulito” dalle forze dell’ordine,
che continuarono i rastrellamenti fino in tarda mattinata. Il Quartiere Latino sembrava
però devastato da un tornado, con macchine ribaltate ovunque, masserizie, arredo
urbano divelto e ancora ammassato a formare lo scheletro di una notte di resistenza.
Le radio e la televisione avevano seguito in diretta lo svolgersi degli scontri,
mostrando l’inaudita violenza repressiva delle forze dell’ordine e l’opinione pubblica
francese, sin dalla mattina dell’11 era scossa dai fatti della notte: i sindacati
indirono uno sciopero in solidarietà con gli studenti.
Quest’ultimo fatto
non è di secondaria importanza. Se inizialmente i vertici sindacali liquidarono
le mobilitazioni studentesche come piccolo borghesi, mentre la base sindacale si
sentiva comunque vicina a questi movimenti (partecipando spontaneamente alla notte
delle barricate), la dirigenza si dovette ricredere, prova ne fu il fatto che lo
sciopero generale del 13 portò in piazza a Parigi un milione di persone.