Scoppiata la
guerra civile spagnola, Berneri fu tra i primi ad accorrere in Catalogna,
centro dell'attività di massa libertaria esprimentesi nella Confederación
Nacional del Trabajo: qui si trovò a fianco di Carlo Rosselli con tanta parte
dell'antifascismo italiano e internazionale. Furono gli ultimi mesi febbrili
della sua vita: inadatto alle fatiche del fronte, si dedicò con entusiasmo
all'opera formativa, al dibattito ideale e alle incombenze politiche
pubblicando a Barcellona dal 9 ottobre 1936 un proprio periodico dal titolo
Guerra di classe che sintetizzava la sua precisa interpretazione del conflitto
in corso. In esso infatti Berneri, preoccupato per il crescente isolamento non
tanto del legittimo governo repubblicano quanto delle più tipiche realizzazioni
rivoluzionarie e libertarie conseguite in Catalogna, Aragona e altre regioni,
si batté vigorosamente per la stretta connessione di guerra e rivoluzione
ponendo agli antifascisti e ai suoi stessi compagni anarchici il dilemma:
vittoria su Franco, grazie alla guerra rivoluzionaria, o disfatta. Tale la
sostanza di numerosi suoi articoli e discorsi come della famosa Lettera aperta
alla ministra anarchica della Sanità Federica Montseny che con altri tre
anarchici era nel governo di Largo Caballero.
Molteplici,
seppure inascoltati, furono anche i suoi suggerimenti politici per colpire le
basi operative del fascismo proclamando l'indipendenza del Marocco, coordinare
gli sforzi militari, potenziare gradualmente la socializzazione. Fu dunque
quella di Berneri una funzione singolarmente impegnata che lo espose ben presto
alle feroci repressioni condotte dai comunisti ormai prevalsi dopo l'avvento
del governo di Juan Negrín: scomparvero così tragicamente, vittime dei massacri
di massa, migliaia di combattenti antifascisti non comunisti, anarchici ma
anche comunisti non stalinisti, come i miliziani del POUM. L'assassinio di
Camillo Berneri, sulle cui esatte circostanze esistono diverse versioni [1], si
colloca precisamente nella sanguinosa resa dei conti tra stalinisti e loro
avversari antifascisti conosciuta come la battaglia di Barcellona (maggio
1937). Il 5 maggio Berneri fu prelevato insieme con l'amico anarchico Francesco
Barbieri dall'appartamento che i due condividevano. I cadaveri dei due
anarchici italiani furono ritrovati crivellati di proiettili. La moglie di
Camillo Berneri allevò i figli di Antonio Cieri, anche lui caduto in Spagna.
Camillo Berneri fu sepolto nel cimitero di Sants(Barcellona);purtroppo sul
luogo della sua sepoltura pare che sia stato costruito un campo di calcio in
occasione delle ultime olimpiadi. Il tentativo di sua madre e di sua moglie di
riportarlo in Italia,non ebbe successo ed oggi quindi la sua sepoltura è perduta.