Nel
Cinque di loro furono
impiccati. L’anarchia faceva e fa paura a padroni e governanti.
La morte dei quattro
anarchici non spense il fuoco della rivolta. Anzi!
Quel fuoco continua
a divampare nelle nostre lotte.
· Tra i lavoratori
che sanno che la guerra di classe si combatte facendo male ai padroni
· Tra gli sfrattati
che non si rassegnano alla strada e si prendono le case vuote.
· Tra i lavoratori
che bloccano e occupano magazzini e strade per vivere meglio.
· Tra chi lotta contro
la devastazione dell’ambiente e la predazione delle risorse.
· Tra chi vuole spezzare
il confine tra i sommersi e i salvati e cerca di abbattere le frontiere e si unisce
ai migranti che ogni giorno provano a bucarle
Cambiare la rotta
è possibile. Con l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando
le esperienze di autogestione, costruendo reti sociali che sappiano inceppare la
macchina e rendano efficaci gli scioperi e le lotte territoriali.
Un mondo senza sfruttati
né sfruttatori, senza servi né padroni, un mondo di liberi ed eguali è possibile.
Tocca a noi costruirlo.