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venerdì 6 maggio 2022

6 Maggio 1877: Cavallo Pazzo si arrende

“Noi non abbiamo chiesto a voi uomini bianchi di venire qui. Il Grande Spirito ci diede questa terra perché ne facessimo la nostra casa. Voi avevate la vostra. Non abbiamo interferito con voi. Il Grande Spirito ci affidò un grande territorio per viverci, e bufali, cervi, antilopi e altri animali. Ma voi siete arrivati; state rubando la mia terra, state uccidendo la nostra selvaggina rendendoci difficile la sopravvivenza. Ora ci dite di lavorare per mantenerci, ma il Grande Spirito non ci creò per faticare, bensì per vivere di caccia. Voi uomini bianchi siete liberi di lavorare, se volete. Noi non vi ostacoliamo, e ancora chiedete perché non ci civilizziamo. Non vogliamo la vostra civiltà! Vogliamo vivere come i nostri padri e come i padri dei nostri padri.”

 

Queste la parole di Tashunka Uitko, ovvero in lingua Lakota “il suo cavallo è pazzo”, perché dopo la sua nascita, un cavallo selvatico si aggirava nella valle in cui era nato e anche per il suo modo intrepido di combattere riscontratogli da giovane. Ma Passo alla storia come Cavallo Pazzo, per gli americani Crazy Horse, forse il più grande condottiero dei nativi americani, eroe della vittoria contro il Generale Caster a Little Big Horn, ammantato di leggende . Anche la sua data di nascita è oggetto di mistero, forse nel 1841, forse nel 1849, ma di certo nacque in una delle 7 tribù Lakota – il nome Sioux (cioè "Mezzi Serpenti") era un epiteto spregiativo coniato da indiani rivali- gli Oglala, e fu anche atipico per quella etnia, alto solo 170 cm quando gli altri arrivavano anche ai due metri, inoltre era chiamato anche ricciuto, a causa dei suoi capelli particolarmente ricci e chiari, caratteristica rara negli indiani. Ma il giovane Cavallo Pazzo era destinato a grandi imprese,infante sopravvisse alla distruzione del suo villaggio ad opera dei soldati federali del generale George Crook, soprannominato Volpe Grigia, colui che per una vita intera fu il suo acerrimo nemico.

Inoltre Aveva già rubato molti cavalli ai Crow prima di avere tredici anni e guidò la sua prima spedizione di guerra prima di compierne venti. Cavallo Pazzo combatté nel guerra del 1865-1868 guidata dal Capo degli Oglala Sioux Nuvola Rossa contro i coloni americani del Wyoming e giocò un ruolo chiave nella distruzione del battaglione guidato da Fetterman a Forte Phil Kearny nel 1867. Poi essendo nipote di un leggendario capo tribù e guerriero Bisonte Nero e suo padre fu uno sciamano, questo aiutò ad accrescere il suo carisma presso i Lakota ed anche i Cheyenne avendone sposata una donna, unito al suo coraggio e audacia in battaglia Cavallo Pazzo era visto tra la sua gente come un uomo sacro al quale “la visione” aveva dato incarico di preservare e difendere le tradizioni e il modo di vita dei Lakota. Anche se giovane di età, Cavallo Pazzo era un guerriero leggendario. Cavallo Pazzo guadagnò la sua fama tra i Lakota non solo per la sua destrezza e audacia in battaglia, ma anche per la sua fiera determinazione nel preservare il modo di vivere tradizionale della sua gente.

Le sue immense doti carismatiche e di guerriero, gli valsero la nomina di grande capo guerriero dai capi tribù Toro Seduto e Nuvola Rossa. Da quel giorno, dedicò la sua vita quasi esclusivamente nel combattere le armate che tentavano di impadronirsi del loro territorio e che minacciavano la loro vita e soprattutto la loro libertà. Il 25 giugno 1876, la battaglia di Little Bighorn, rese Cavallo Pazzo un eroe leggendario. Quando nel 1876 il Dipartimento per la Guerra ordinò a tutte le bande dei Lakota di rientrare nell'ambito delle riserve loro assegnate, Cavallo Pazzo divenne uno dei leader della resistenza indiana. Strettamente alleato ai Cheyenne riuscì a radunare un contingente di Sioux e Cheyenne forte di 1200 persone in un unico villaggio e costrinse il Generale Crook ad un rapido dietrofront il 17 giugno del 1876 allorquando il Generale stava tentando di risalire il Rosebund Creek diretto verso l’accampamento di Toro Seduto sul Little Bighorn. Il 22 giugno, il generale George Armstrong Custer (chiamato dagli indiani Capelli Lunghi), ricevette l’ordine di recarsi in esplorazione a monte del fiume Rosebund. Due giorni dopo, i suoi esploratori gli riferiscono che un gruppo di Lakota andava verso la valle di Little Bighorn ed egli stesso volle accertarsene. Sottovalutando la forza dei pellirossa, il 25 giugno decise di attaccare gli indiani, tentando di accerchiarli con tre truppe: quella guidata dal generale Custer, quella con il capitano Frederick Benteen e la truppa del maggiore Marcus Reno, in cui diversi italiani ne facevano parte e alcuni di questi sopravvissero alla battaglia. Increduli, i federali si trovarono di fronte più di 1.200 uomini Sioux e Cheyenne, sotto la guida del leggendario Cavallo Pazzo, di Pianto in volto, Due lune e Pizi, il quale costrinsero prima le truppe di Reno alla ritirata, poi quelle di Benteen, per poi sterminare quasi del tutto le truppe di Custer. In poche ore i federali furono costretti a trincerarsi, riuscendo a fuggire dalla valle solo quattro giorni dopo e subendo circa 270 perdite, mentre le truppe indiane, armate solo di tomahawk, arco e frecce, furono quasi indenni. Dopo questa battaglia, nasce la leggenda che vede Cavallo Pazzo invulnerabile ai proiettili (a causa di una ferita, forse di striscio, che non gli causò problemi) e che il suo spirito, ancora oggi sovrasta le capanne indiane. Dopo questa vittoria, Cavallo Pazzo unì le proprie forze a quelle di Toro Seduto e il 25 giugno 1876 guidò la sua banda nel contrattacco che portò alla distruzione del VII Cavalleria guidato dal Generale Custer, assalendo gli americani da nord e ovest, mentre i guerrieri Hunkpapa Sioux, guidati dal capo Gall, li caricavano da sud e da est. Ma i successi militari durarono ben poco, i Lakota furono costretti a fuggire e il 6 maggio1877, 900 Oglala, tra cui Cavallo Pazzo, furono costretti ad arrendersi e a consegnarsi al comandante Clark di Fort Robinson, che li terrà sott’occhio in una riserva poco distante. Di Cavallo Pazzo non si conoscono fotografie certe, a differenza di altri capi indiani non voleva far catturare il suo “spirito” dai bianchi, e il suo innato senso di libertà lo porto ben presto a d avere problemi anche in prigionia, portandolo alla morte. Nel mese del settembre del 1877, avrebbe lasciato la riserva senza autorizzazione per accompagnare sua moglie malata dai genitori e il Generale George Crook, temendo che tentasse un ritorno alla battaglia, ne avrebbe ordinato l'arresto. Cavallo Pazzo inizialmente non avrebbe opposto resistenza ma, resosi conto che lo stavano conducendo ad una prigione, avrebbe cominciato a lottare con le guardie: mentre veniva trattenuto da un uomo della polizia indiana che lo scortava, un soldato semplice di nome William Gentiles lo avrebbe colpito alla schiena con una baionetta, ferendolo a morte: era il 5 settembre, esistono altre versioni Ma Gli indiani non si sono mai interessati più di tanto nel sapere come è morto, hanno sempre preferito ricordarlo da vivo.