Il 14 novembre del
1973 gli studenti del politecnico di Atene entrarono in sciopero e occuparono contro
il regime fascista dei colonnelli sostenuto dagli americani.
L'occupazione seguiva
di alcuni mesi (febbraio 1973) lo sciopero degli studenti di legge che avevano occupato
la loro facoltà ed erano stati brutalmente sgomberati dalla polizia e dall'esercito.
L'occupazione colse impreparato l'apparato repressivo del regime che non riuscì
ad intervenire immediatamente anche grazie, e soprattutto, alla solidarietà che
gli studenti ottennero; infatti, da subito, migliaia di lavoratori, studenti medi
e universitari di altre facoltà accorsero al politecnico occupato. Durante le giornate
del 14 del 15 e del 16 continuarono a susseguirsi assemblee, iniziative, venne attivata
una stazione radio che trasmetteva in tutta la zona di Atene, vennero barricati
gli ingressi dell'università. Il governo impose la legge marziale e sospese la fornitura
di energia elettrica a tutta la città (eccetto il politecnico che era dotato di
generatori di emergenza subito messi in funzione dalgli studenti). Queste prime
risposte non riuscirono tuttavia a spegnere la protesta che anzi crebbe di intensità
e partecipazione tanto da spingere il governo a far circondare dall'esercito Exarchia
e il Politecnico in modo da fermare l'afflusso di gente. Alle 3 del mattino del
17 novembre un carro armato sfondò l'ingresso principale del politecnico facendo
entrare i soldati nel cortile che trovarono gli studenti determinati a non cedere
in alcun modo. All'interno dell'università la repressione fu brutale, arrivando
fino a giustiziare con un colpo di pistola alla nuca uno studente, Michael Mirogiannis,
di 19 anni, dopo che era stato arrestato. Contempraneamente allo sgombero, trasmesso
in diretta dalla radio del politecnico, gli studenti e gli operai attacarono l'esercito
nel resto della città, le barricate si moltiplicarono, in molti zone della città
le forze repressive furono messe in seria difficoltà. La risposta del governo fu
anche in questo caso estremamente brutale, furono 42 i morti durante lo sgombero
e i successivi scontri (tra cui anche un bambino di 5 anni ucciso da un colpo di
fucile di un soldato durante i rastrellamenti di un quartiere popolare di Atene)
e centinaia i feriti.