Il luddismo è stato
un movimento di sabotatori che agì principalmente in Gran Bretagna, soprattutto
nei primi decenni del XIX secolo, opponendosi in questo modo alla violenza dell'industrializzazione
forzata e alle conseguenze che ne derivarono. Il luddismo trae il suo nome da Ned
Ludd, operaio, sulla cui effettiva esistenza non si hanno certezze, che sarebbe
divenuto il leader dei rivoltosi.
La rivoluzione industriale,
che si sviluppò principalmente in Inghilterra determinò un epocale cambiamento socio-economico.
In particolare si radicalizzò lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo: divisione del
lavoro e conseguente alienazione. A questa massiccia introduzione di macchine nelle
fabbriche, molti operai reagirono istintivamente contro di esse, distruggendole
e compiendo azioni di sabotaggio.
A capo della rivolta
contro le macchine e l’industrializzazione si pose un certo Ned Ludd, un operaio
tessile presumibilmente di Anstey, vicino a Leicester. Nel 1779, dopo essere stato
frustato con l'accusa di pigrizia sul lavoro o dopo essere stato schernito da giovani
del posto, distrusse due telai per maglieria in ciò che fu descritto come un «impeto
di passione». Tutto ciò fa riferimento ad un articolo del 20 dicembre 1811 pubblicato
sul The Nottingham Review, tuttavia non vi è alcuna prova della veridicità della
storia.
John Blackner's,
nel suo History of Nottingham, fa invece riferimento ad un certo Ludnam che distrusse
alcuni telai per protesta e fu poi imitato da altri operai tessili. Secondo altri
ancora Ned Ludd era solo un'invenzione di coloro che distruggevano le macchine e
dietro il quale si nascondevano per celare la verità, ovvero che si trattava di
una rivolta popolare spontanea che giungeva dal basso.
In ogni caso, a prescindere
dall'esistenza o meno di Ned Ludd, si formò un gruppo di sabotatori che si faceva
chiamare i Riparatori di ingiustizie e che si definivano seguaci di Ned Ludd. Essi
venivano chiamati luddisti e furono particolarmente attivi soprattutto tra il 1811
e il 1817. La prima azione di cui si ha notizia certa fu messa in atto il 12 aprile
1811, quando diverse centinaia di uomini, donne e bambini assaltarono una fabbrica
di filati del Nottinghamshire di proprietà di William Cartwright, distruggendo i
grandi telai a colpi di mazza e appiccando il fuoco alle installazioni. I luddisti
si scagliarono violentemente contro la presenza delle macchine nelle fabbriche,
considerate una vera e propria minaccia alla loro vita (alienazione, perdita del
lavoro, ecc.), anche in numerose altre città della zona e nel tempo tali azioni
si ripeterono costantemente, Nel novembre 1811 molte furono le azioni dei Luddisti,
il 2 novembre a Sutton e Ashfield furono distrutti numerosi macchinari. Secondo
lo storico Edward Palmer Thompson il luddismo fu l'ultimo atto dei lavoratori dopo
il fallimento di tutte i mezzi che la legge consentiva (petizioni, appelli alle
autorità ecc.).
La maggior parte
dei casi di luddismo o comunque di contestazione delle conseguenze sociali ed economiche
della rivoluzione industriale si ebbero in Gran Bretagna. L'anno seguente all'attacco
contro la manifattura di William Cartwright, si tenne un processo di massa (164
imputati) che si concluse con tredici condanne a morte. Infatti, il governo inglese
aveva introdotto la Framebreaking bill: la pena di morte per la distruzione di una
macchina. Solamente Lord Byron aveva osato contestare pubblicamente (27 febbraio
1812) nella Camera dei Lords tale criminale legge, ma nessuno l'aveva ascoltato.
Poco prima di abbandonare l'Inghilterra, Byron pubblicherà un poema in cui si legge
Down with all the kings but King Ludd («Abbasso tutti i re tranne Re Ludd»).
Nel 1813, George
Mellor, uno dei pochi capitani luddisti catturati, fu impiccato. Stessa sorte subirono
in seguito altre persone e così, a causa della durissima repressione subita, il
movimento ebbe un periodo di stasi, salvo riesplodere nel