Il diritto di
proprietà è un ostacolo al progresso, è un nemico del benessere dell’uomo, è
una sorgente di vizi, di discordie, di delitti, di usure; è una istituzione
divenuta incompatibile con i bisogni, con le idee e coi sentimenti della nostra
epoca.
In virtù di
questo diritto pochi individui hanno sequestrato e usurato tutti i benefici
della civiltà. Pochi capitalisti tassano a loro piacere il lavoro. A misura che
aumenta la popolazione e i bisogni dell’umanità, essi aumentano le loro
pretese, elevano le loro rendite e i loro profitti, ed accrescono il valore
della loro proprietà e dei loro capitali.
Questo valore
deriva interamente da fatti e condizioni estranee ed indipendenti dal merito
dei proprietari e capitalisti, esso è opera e creazione della società. E perciò
alla società tutta quanta, non a pochi monopolisti, dovrebbero appartenere la
terra e i capitali. Gli strumenti di lavoro spettano ai lavoratori associati.
La proprietà individuale deve essere abolita, deve succedere la proprietà
comune o societaria.
Noi anarchici
sosteniamo che l’interesse dei più deve prevalere all’ingordigia dei pochi; e
in nome dei diritti dell’umanità intera a vivere, a lavorare, a godere del
frutto del lavoro, ad istruirsi, ad educare i nostri figli, ad avere il pane
assicurato per la nostra vecchiaia, a non essere schiavi e succubi di nessuno,
combattiamo il cosiddetto diritto di proprietà.