Il 1° Maggio è diventata la data simbolo
per i lavoratori di tutto il mondo. La sua origine affonda le radici nelle
lotte operaie del 19° Secolo e nasce per celebrare la manifestazione
organizzata nel 1886 dagli operai di Chicago, negli Stati Uniti, per ottenere
la riduzione dell'orario di lavoro ad otto ore. Nei giorni successivi al corteo
ci furono diverse manifestazioni, con più di venti lavoratori uccisi dalla
polizia Per ricordare i «martiri di Chicago», il congresso della Seconda
Internazionale, riunito a Parigi il 1889, sotto la spinta di alcune organizzazioni
sindacali affiliate all'Internazionale dei lavoratori, vicine ai movimenti
socialisti ed anarchici che suggerirono come data il primo maggio, stabilì che a partire dall'anno successivo il primo maggio sarebbe
diventata la giornata internazionale dei lavoratori. In Italia come
negli altri Paesi il grande successo del 1 Maggio, concepita come manifestazione
straordinaria e unica, indusse le organizzazioni operaie e socialiste a
rinnovare l'evento anche per 1891., ottenendo un successo di partecipazione. Nella
capitale la manifestazione era stata convocata in pazza Santa Croce in
Gerusalemme, nel pressi di S.Giovanni. La tensione era alta, ci furono tumulti
che provocarono diversi morti e feriti e centinaia di arresti tra i
manifestanti. Nel resto d'Italia e del mondo la replica del 1 Maggio ebbe uno
svolgimento più tranquillo. Lo spirito di quella giornata si stava radicando
nelle coscienze dei lavoratori.
Negli Stati Uniti, o per relativo
paradosso in altri paesi a regime dittatoriale, dal 1894 non si celebra il 1°
Maggio. E’ stato sostituito dal Labor Day che si celebra invece il primo lunedì
di settembre ed è stato completamente ripulito da ogni valenza di
rivendicazione sindacale e dei diritti sociali.
Dal 1891, quindi, la ricorrenza fu resa
permanente e in Italia fu soppressa durante il ventennio fascista, quando fu
sostituita dal Natale di Roma, il 21 aprile, per poi essere ristabilita nel
1945. Il 1947 fu segnato dalla pagina più sanguinosa con la strage di Portella
della Ginestra, in provincia di Palermo, nel corso della manifestazione
organizzata da duemila lavoratori agricoli della zona di Piana degli Albanesi:
qui, per mano del bandito Salvatore Giuliano morirono undici manifestanti e
ventisette restarono feriti.
Da quasi vent'anni a questa parte, il
primo maggio nella capitale ha perso ogni connotato di giornata di lotta
e viene celebrato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, anche con il tradizionale
concertone che si tiene a piazza San Giovanni.
Tra le manifestazioni alternative al 1°
maggio “ufficiale” di Roma, ci sono storicamente la “Festa del non lavoro” che
si tiene dal 1983 al centro sociale Forte Prenestino di Roma e la May Day a
Milano che ci svolge dalla fine degli anni Novanta ponendo al centro le
questioni della precarietà e del reddito. Nelle città diverse da Roma, si
tengono invece manifestazioni per il 1 Maggio organizzate dai sindacati di base
Per ricordare i lavoratori uccisi nel 1886, per ricordare i
braccianti uccisi per mano di Salvatore Giuliano (ma come mandanti Stato e
mafia), per ricordare tutti i morti sul lavoro, il 1° Maggio non deve essere la
festa dei lavoratori, ma deve ritornare ad essere una giornata di lotta. Una
giornata di sciopero generale, dichiarato per la parità dei diritti di
tutti i lavoratori comunitari ed extracomunitari, uomini donne gay e lesbiche,
per il salario garantito, per la riduzione dell’orario, per il lavoro
assicurato a tutti, contro il lavoro nero e lo sfruttamento dei soliti pochi su
i sempre più numerosi molti.