Tashunka Uitko
Cavallo Pazzo
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L'8 gennaio
del 1877 ci fu l'ultima grande battaglia tra le truppe dell'esercito americano,
condotte dal generale Miles, e una coalizione di Sioux e Cheyennes, sotto la
guida di Cavallo Pazzo.
Dopo una
tregua di più di 50 anni nel 1850 la guerriglia indiana era ripresa poiché i
carri americani che andavano e venivano dalle miniere d'oro facevano fuggire i
bisonti. Nel 1864 abbiamo uno degli episodi più atroci della guerra indiana: un
villaggio indiano sul torrente Sand Creek (Oklahoma) fu attaccato dai soldati
del colonnello John Chivington, che massacrarono, stuprarono e mutilarono 200
persone inermi, i cui scalpi furono poi esposti come trofei.
La guerra
aperta riprese quando ne 1874 si scoprì l'oro nelle Black Hills, colline che i
Sioux consideravano sacre. Il colonnello George Armstrong Custer decise di
occupare la regione.
Il 25 luglio
1876 l'esercito degli Stati Uniti d'America, comandato dal colonnello Custer,
subì una schiacciante sconfitta da parte di una forza combinata di Lakota,
Sioux, Cheyenne e Arapaho nella battaglia del Little Big Horn, nel territorio
orientale del Montana. I federali ebbero più di 270 morti e il resto
dell'esercito dovette fuggire in ritirata davanti a più di 1200 indiani, usciti
praticamente indenni dalla battaglia.
L’immediata
reazione dei vertici dell’esercito degli Stati Uniti, alla inaspettata quanto
scioccante notizia della disfatta del 7° cavalleria a Little Bighorn, fu quella
di ordinare l’invio di parecchi reggimenti, guidati dal generale Miles, nel
Montana sud-occidentale allo scopo di liquidare il più in fretta possibile la
“pratica” degli indiani ostili.
La grande
coalizione di Sioux e Cheyenne invece si era già divisa in numerose bande.
A differenza
degli anni precedenti, la maggior parte dei gruppi famigliari Lakota e
Cheyenne, quell’autunno del 1876, non rientrò nelle varie riserve per ricevere
le razioni alimentari annuali. Rimase invece tra i propri parenti con i quali
si erano ricongiunti in primavera per il tradizionale periodo di caccia.
A trattenerli
lontano dalla riserva, nonostante la selvaggina cominciasse già a scarseggiare
e i primi segnali dell’imminente arrivo dell’inverno fossero ormai evidenti, fu
la decisione del Congresso di sospendere la distribuzione delle razioni come
ritorsione per la mancata concessione delle Black Hills da parte degli indiani
e di affidare il controllo delle agenzie ai militari.
L’impossibilità
di stabilire i consueti campi invernali, i continui scontri con i soldati e la
fame che ormai attanagliava donne, vecchi e bambini portarono la depressione
più nera anche tra i capi più favorevoli alla guerra. Toro Seduto e il suo
popolo decisero di rifugiarsi oltre il confine canadese.
Alla fine di
quel dicembre 1876 anche nel campo di Cavallo Pazzo che contava ormai circa 800
tende, la fazione favorevole alla resa si era rafforzata sempre di più. Anche
lo stesso capo, benché riluttante, non si oppose alla proposta di invio di una
delegazione di capi per parlamentare con i soldati e negoziare una resa
onorevole, che soprattutto ponesse fine alle sofferenze di coloro che erano più
esposti ai disagi del freddo e della fame: vale a dire le donne, gli anziani e
i bambini.
Una
delegazione di 5 capi, scortati da alcuni guerrieri, raggiunse le vicinanze
della postazione di Miles il 16 dicembre.
Tatanka
Yotanka
Toro Seduto
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Il gruppo
venne uccise a tradimento dalla tribù dei Corvi, ingaggiati dai federali com
scouts.
Non appena il
destino subito dalla delegazione di pace fu noto nei campi Sioux e Cheyenne,
ogni pensiero di resa pacifica fu immediatamente abbandonato. Cavallo Pazzo non
tardò a parlare apertamente di vendetta. Il piano consisteva nell’utilizzare un
gruppo di guerrieri come esca per attirare i soldati in un luogo adatto ad
un’imboscata.
Il giorno
prima della battaglia però un gruppo di donne e bambini cheyennes venne
catturato dai soldati americani e il gruppo "esca" cercò di attaccare
gli scouts dell'esercito. Questo attacco mise in allerta Miles; la mattina dopo
vide l'esercito americano già schierato, eliminando così qualsiasi effetto
sorpresa.
Erano circa
le 7 del mattino dell’8 gennaio 1877 quando i guerrieri Lakota e Cheyenne
Settentrionali attaccarono la compagnia K del 5° Fanteria dando così inizio
alla battaglia di Wolf Mountain.
Quando gli
indiani furono a distanza di tiro, i soldati risposero al fuoco e, grazie anche
alle cannonate dei due pezzi di artiglieria, respinsero gli attacchi che a più
riprese vennero loro portati.
Quando il
gruppo di Cavallo Pazzo giunse fino a soli 50 metri dalle linee delle compagnie
A e D, Miles ordinò alla compagnia C di muoversi in soccorso dei compagni,
sostenendo la manovra con un fuoco di artiglieria. I Lakota furono quindi
respinti ed inseguiti per un breve tratto.
I combattenti
di entrambe le fazioni erano prostrati dalla fatica e dal freddo e avevano
quasi esaurito le munizioni. Per queste ragioni, poco dopo mezzogiorno, la
battaglia poteva dirsi conclusa.
Nonostante le
migliaia di colpi sparati da entrambe le parti, oltre ai colpi di cannone, il
bilancio della battaglia fu estremamente limitato in quanto a perdite umane.
Tra i soldati ci furono 2 vittime ed alcuni feriti, mentre gli indiani
contarono 2 morti tra i Lakota oltre al Cheyenne Grande Corvo e ad un certo
numero di feriti.
la sensazione
di sicurezza e potenza derivata dalla vittoria di Little Bighorn era venuta
meno, e grande era l’incertezza in molti capi sul futuro del proprio popolo.
Nei mesi
seguenti furono inviati molti messaggeri dai forti e dalle agenzie presso le
varie bande con l’intento di convincere gli indiani “ostili” ad una resa
pacifica. a partire dall’inizio della primavera, molti gruppi si arresero,
arrivando alla spicciolata nei vari forti e agenzie.
Il 5
settembre 1877 morì Cavallo Pazzo, ferito a morte con una baionetta.
Sulla sua morte ci sono diverse versioni: alcune fonti
indicano che sarebbe stato ucciso dalla baionetta di un soldato dopo essersi
arreso con la sua tribù, altre fonti ancora narrano che avrebbe lasciato la
riserva senza autorizzazione per accompagnare sua moglie malata dai genitori e
il Generale George Crookne avrebbe ordinato l'arresto. Resosi conto che lo
stavano portando in prigione Cavallo Pazzo avrebbe tentato la fuga e sarebbe
stato ucciso in questa occasione da un soldato semplice.