Nell’esatto momento in cui la
rivoluzione industriale ha richiesto una maggiore sincronizzazione del lavoro,
nasce l’esigenza dell’orologio. Il piccolo congegno che regola i nuovi ritmi
della vita industriale rappresenta allo stesso tempo uno dei bisogni più
urgenti tra quelli indotti dal capitalismo per stimolare il proprio progresso.
Così scopriamo, il senso del tempo nel
suo condizionamento tecnologico e con il calcolo del tempo, il mezzo di
sfruttamento del lavoro. Con la divisione del lavoro, la sorveglianza della
manodopera, le multe , le campane e gli orologi, gli incentivi in denaro, le
prediche e l’istruzione, la soppressione delle feste e degli svaghi, vengono
plasmate le nuove abitudini di lavoro e viene imposta la nuova disciplina del tempo.
E allorché viene imposta la nuova disciplina del tempo, gli operai
iniziano a combattere non contro il tempo, ma intorno ad esso. La prima
generazione di operai di fabbrica viene istruita dai padroni sul valore del
tempo; la seconda generazione forma le commissioni per la riduzione d’orario
nell’ambito del movimento delle dieci ore; la terza generazione sciopera per lo
straordinario come tempo retribuito in modo maggiorato del 50 per cento. Gli
operai hanno accettato le categorie dei propri padroni e hanno imparato a
lottare all’interno di esse. Hanno appreso la lezione:il tempo è denaro.