..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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venerdì 3 febbraio 2017

Attacco al Palazzo di Giustizia di Livorno

3 febbraio 1923: a Livorno le squadracce fasciste e nazional socialiste assediano ed attaccano il palazzo di Giustizia, all'interno del quale si trova il deputato socialdemocratico Giuseppe Emanuele Modigliani, che viene aggredito e allontanato dalla sua città.
Giuseppe Modigliani, fratello del futuro grande pittore Amedeo, è un fervente antifascista e diventerà noto l'anno successivo per la sua attività di denuncia in parlamento delle violenze squadriste, e difensore di parte civile contro gli assassini di Giacomo Matteotti.
Nel 1926, a seguito di numerosi e ripetuti attacchi, sarà costretto ad emigrare in Francia, dove continuerà la sua militanza all'interno della Concentrazione Antifascista.
Durante l'assalto al palazzo di Giustizia di Livorno, il 3 febbraio 1923, il governo fascista sta in realtà compiendo una grande battuta anticomunista in tutto il Paese, che culmina nell'arresto, lo stesso giorno, di Amedeo Bordiga, a capo del Partito Comunista d'Italia.
Come scriverà Terracini pochi giorni dopo "Il governo fascista ha aperto la grande battuta anticomunista da tempo preannunciata. Nello spazio di una settimana la polizia ha arrestato oltre 5000 compagni... Il nostro partito non piega e non cede: arrestati un quarto dei propri iscritti, sciolte le sue sezioni, privo del suo capo, il compagno Bordiga, minacciato nei suoi membri di morte e di tortura, il Partito Comunista d'Italia ha già ripreso la sua funzione e i suoi lavori".
Tra i mesi di febbraio ed aprile del 1923 verranno arrestati quasi tutti i componenti del Comitato Centrale e settantadue segretari provinciali.
Nel luglio Amedeo Bordiga e gli altri membri dell'Esecutivo, quasi tutti detenuti da febbraio, verranno rinviati a giudizio per rispondere di numerosi reati, dall'associazione a delinquere all'eccitazione alla rivolata e alla diserzione, dalla cospirazione all'odio di classe.
Assolto in questo primo processo Bordiga verrà poi inviato al confino sull'isola di Ustica nel 1926 dove, con Gramsci, contribuirà ad organizzare la vita dei prigionieri.