Ci siamo
quasi. Le alte cariche dello stato si stanno preparando per riempirsi le bocche
in pompa magna con le parole resistenza e democrazia. TV e giornali a caratteri
cubitali parleranno delle eroiche gesta dei tempi che furono, le alte cariche
dello stato in doppio petto e tailleur si presenteranno alle varie cerimonie
solenni organizzate in tutto il paese, mani dietro la schiena e capo chino per
ricordare chi ha lottato per la libertà, pronunceranno belle parole, ci
parleranno di democrazia e faranno sicuramente qualche riferimento alla
costituzione,la migliore del mondo come è stato detto e ribadito più volte. Ma
questa democrazia è forse mai esistita? Certo che si, è proprio quella che
stiamo subendo da allora, in maniera più viscida e subdola, prima si chiamava
fascismo e oggi si chiama democrazia, basti solo pensare a quelle persone che
fino alla vigilia del 25 aprile indossavano la camicia nera e dal giorno dopo
l’hanno riposta per indossare quella rossa, ma non solo, grazie all’amnistia di
Palmiro Togliatti la quale riabilitò oltre cento prefetti su 115. Ma di quale
libertà, di quale costituzione, ma di quale democrazia stiamo parlando. É
proprio grazie a quella democrazia che il fascismo ha potuto proseguire sotto
spoglie meschine e subdole, basta pensare che esistono ancora leggi in vigore
risalenti agli anni 30 ed applicate nei confronti di chi cerca di resistere
oggi, come le pene pecuniarie e detentive per chi pratica il dissenso, come i
fogli di via, come i reati di devastazione e saccheggio, come l’adunata
sediziosa e molti altri reati contestati a chi dissente da un regime
autoritario che non ha niente a che vedere con la parola democrazia. Proprio
una bella parola, ma come suona bene; come suonano altrettanto bene uguaglianza e parità di diritti; quando queste
vengono pronunciate il popolo si scioglie, va in brodo di giuggiole, ignaro del
fatto che l’illusione della democrazia gli viene proposta continuamente per
richiamarlo al voto e perpetuare questa situazione tragicomica all’infinito.
Ripartiamo dalle scuole, è da li che lo stato inizia
il suo processo di fascistizzazione.
25 aprile: liberi
quindi da chi e da che cosa?