“Raccogliamoci,
noi demolitori, noi gl’incendiari del Vecchio mondo pestilente.
Prima uno, poi
otto .... quelli di Chicago, quindi molti ..... Sono sementa che come grano,
fecondato col fumo, e che non aspetta molto tempo per dare i suoi frutti.
Riuniamoci;
essi. dall'alto della loro forca
hanno aperto
l’orizzonte della nuova era anarchica. Celebriamo l’anniversario di questi
morti gloriosi. Colui che combatte per la libertà, salva i molti, coloro che
muoiono per essa aprono una breccia nel cuore della vecchia e maledetta
bastiglia.
Le parole servono a poco, i fatti soltanto
danno consistenza! Chi è capace di raggiungere la gloria di questi martiri
della giustizia borghese?
Tutto il nostro
amore verso l’umanità. Torna odio per l’oppressione; l'odio soltanto è
abbastanza potente per calmarla; odio a tutto ciò che è sommissione per gli
uomini, che gli rende istrumenti di macello. o immensità di dolori e di
miserie.
Si, celebriamo
la loro morte! La morte apre il cammino. É semenza pei giorni tumultuosi che
attraversiamo.
L’ora delle
battaglie eroiche è giunta. Salute ai giustizieri! Salute ai martiri!
Noialtri che
tanto bene comprendiamo cos’è giustizia egualitaria, che domandiamo il
benessere di tutti, dobbiamo mantener vivo e nutrito il fuoco delle battaglie
contro la società capitalista.
ed essa. si
sfascerà il giorno tanto desiderato che sarà chiamata a rendere i conti; ed
allora l’umanità sarà libera.
In quel momento
nessuna defezione codarda avvenga, nessuna vendetta personale, come nessuna
oscillazione o debolezza nella lotta; e vedremo spuntar l'alba della redenzione
di tutti gli oppressi”.
Louis Michel.
È curioso il
fatto che il Primo Maggio sia la festa del lavoro? No, non è curioso, è
terribilmente normale, anzi, normalizzato, mutato a tarallucci e vino,
trasformato in qualcosa di completamente diverso. Lo stato è abilissimo a
voltare le frittate a proprio vantaggio. Un'istanza eminentemente anarchica che
passa attraverso i violenti filtri del sistema può avere vari destini: rimanere
nascosta, essere presentata con un volto violento, oppure diventare strumento
dell'autoreferenza padronale. Per il Primo Maggio non è bastato un solo filtro,
tutte e tre le strategie di filtraggio sono state applicate, e ciò che ne è
uscito fuori è un falso ideologico pro-patria, un teatrino, una festa-fiera
appunto.
Il martirio
degli anarchici di Chicago è stato confinato nella sezione censura
(primo filtro) o relegato nelle stanze degli addetti ai lavori, dove si
rinchiudono anche le vicende legate alle lotte operaie, abilmente
criminalizzate tutte le volte che sono state portate avanti dagli anarchici
(secondo filtro), come in questo caso, negli USA del XIX secolo. Condannati a
morte perché anarchici e animatori delle lotte per le otto ore, gli anarchici
di Chicago oggi sono diventati cantanti in piazza. Ma ciò che sfugge di più è
la logica originaria delle cose: a Chicago, come a New York e in altre città,
quella degli operai non era stata una lotta per il lavoro, ma contro
il lavoro, contro lo sfruttamento, contro il ricatto padronale, contro
l'ingiustizia del sistema schiavista. E queste cose sono ben lungi
dall'essere state abolite, al contrario, il regime continua a propagare il suo
verbo biforcuto attraverso una ricorrenza festosa che inneggia al lavoro
salariato, allo schiavismo, allo sfruttamento padronale, complici i sindacati
che fingono e fungono da cuscinetto ammortizzatore e sfogatoi.
Se in origine
l'abbassamento dell'orario lavorativo rappresentava il primo passo verso la
progressiva liberazione dalle catene, oggi il regime fa l'apologia di
quelle catene spacciandole per libertà e diritto. Tutti contenti, è
festa. Ma gli anarchici non dimenticano questi uomini condannati a morte in un
processo farsa, ma neppure le 600 donne in sciopero, e gli altri 50 mila
lavoratori, e i 25 mila convenuti all'assemblea della Central Labor Union,
tutti uniti per cominciare a prendersi qualche ora di libertà dalla
schiavitù del lavoro. Ci sono riusciti, ma ci avevano anche detto 'ora
continuate voi, finché a queste barbare catene non verranno sostituite da un
sistema umano e libero di vivere e di operare'. Questo ci avevano detto.
Invece qualcuno ha voluto che queste catene vengano oggi festeggiate. Noi non
festeggiamo e continuiamo a lottare per l'emancipazione dalla schiavitù. Domani è il 1° maggio … ricordiamo i
martiri di Chicago!