Molta gente
crede nei meravigliosi valori della libertà, della giustizia sociale, nella
pace, nella fratellanza, nella solidarietà... insomma, in un'etica di vita
armonica che sta alla base della natura. È un peccato vedere la stessa gente
contraddire i principi in cui crede mentre abbraccia quelli di un partito o di
un'ideologia fondata sull'ordine gerarchico, sui capi e sui sottoposti.
Appoggiare le teorie ancorché umane ma proposte da un partito, che essendo tale
ha solo mire sistemiche di sfruttamento, vuol dire disertare i valori di cui
sopra, è gioco-forza.
Ogni
struttura piramidale è autoritaria e rinnega quei valori. Li rinnega nei fatti.
Il partito è di per sé un concetto divisionista che si fa concreto, spacca,
divide, crea inevitabilmente dissidio, competizione, discriminazione interna ed
esterna, e stimola le menti a ragionare dogmaticamente, ad adattarsi nel campo
delimitato a posteriori dal padrone, il quale non desidera altro che avere uno
stuolo di seguaci per essere portato a spalla fin dentro il cuore del sistema.
Allora i leaders giocano di demagogia, ed è un gioco sporco, alle loro belle
parole dottrinali non fanno mai seguito le azioni, il sistema non può mai
essere dispensatore di pace, di giustizia, di libertà, perché proprio questi
valori il sistema li ruba al popolo, sono il suo cibo. Chiunque crede nei savi
valori umani dovrebbe anzitutto evitare di consegnarli al sistema, al partito,
al leader, a una qualsivoglia gerarchia.
Per
concretizzare davvero le belle parole e i principi di giustizia, la pratica
dev'essere antiautoritaria, deve essere libertaria, egualitaria, orizzontale,
non gerarchica. E infatti l'anarchia è rimasta la vera e unica forza popolare
che mette in pratica quei valori in cui molta gente crede, lo fa nonostante
tutti i bastoni tra le ruote, come potete immaginare. Ma poiché il sistema ha
fatto in modo di divulgare sciocchezze in merito all'anarchia, nascondendone a
tutti il pensiero e la pratica, il suo autentico impulso umano, la gente se ne
tiene a ragguardevole distanza, inebriandosi così di informazioni di regime, di
partito, di regole imposte dall'alto che portano inevitabilmente a sciogliere
nell'acido del sistema ogni principio di libertà, di giustizia, di pace, di
fratellanza. P
Le parole
stanno sempre a zero, anche queste, l'unica cosa è sperimentare, scoprire,
avere il gusto e la gioia della curiosità per capire le cose, ma per fare
questo c'è solo una cosa da fare in prima istanza: essere disposti a ragionare
con la propria testa, senza rimanere legati ai pregiudizi, alle dicerie, alle
convinzioni, o a un disdicevole “cosa dice il capo?”. Bisognerebbe essere
disposti ad accogliere altri elementi cognitivi per poter affrontare una scelta
che sia davvero tale e consapevole. Porre dubbi. La questione non è tanto avere
simpatia verso nuove idee, quanto sapersi staccare da quelle vecchie. Allora direi
davvero che non può esserci liberazione se non ci liberiamo anzitutto dai
soliti schemi e dai modelli imposti, che sono tutti automatismi mentali che
rigenerano all'infinito l'esistente. Questo è il mio auspicio, che sarà
sicuramente disatteso, ma ho sentito il desiderio di raccontarvelo lo stesso.