Per giudicare
occorrono dei parametri. La società è stata fornita di parametri che escludono
il buon senso, poiché il modello su cui si adagiano questi parametri è autoritario.
L'atto del giudicare una persona diventa allora piuttosto un'azione
inquisitoria, con tutta la liturgia mentale sbirresca a corredo, dove la
persona diventa immediatamente imputata, e solo se risponde a tutti gli
standard sociali e di sistema viene considerata “degna con riserva”. In questo
modo la società si autodisciplina e si autoconforma ai dettami imposti,
autoritari, militari. In questa nemesi societaria, la giustizia è solo
vendetta, rivalsa, attuazione del dominio dell'uomo sull'uomo, perpetuazione
della società così com'è, impossibilità di abbandonare il modello autoritario
che, anzi, si espande e lievita fino ad esplodere nelle tragedie palpabili,
storiche (punte di iceberg). Tutti giudici e tutti sbirri, ma quasi nessuno si
pone il problema di giudicare i parametri di giudizio. È una società che si
ritiene troppo saggia per mettere in discussione ciò che le è stato insegnato a
scuola e in parrocchia. E questo è il grosso problema.