Il debito è il mezzo più efficiente
mai creato per mantenere relazioni fondamentalmente basate sulla violenza e su diseguaglianze
violente, facendole sembrare giuste ed eticamente corrette. Quando il trucco non
funziona più, esplode tutto. E quello che sta accadendo adesso. Il debito ha chiaramente
dimostrato di essere il fattore di maggior debolezza del sistema, il punto in cui
si perde il controllo e consente agli oppositori infinite opportunità di gestione.
Si parla di sciopero del debito, di cartello dei debitori. Si potrebbe iniziare
con garanzie contro gli sfratti: di quartiere
in quartiere, aiutandoci gli uni con gli altri. La forza della contrapposizione
non sta solo nello sfidare i regimi del debito, ma nello sfidare la vera anima del
capitalismo, la sua base morale, ora svelata da una serie di promesse tradite, per
fare ciò occorre creare una nuova realtà.
Un debito è solo una promessa
e il mondo di oggi è pieno di promesse che non sono state mantenute.
Tutto questo sistema si sta
sbriciolando. Quello che rimane è solo ciò che riusciamo a prometterci a vicenda,
direttamente, senza la mediazione di burocrazie economiche e/o politiche. La rivoluzione
inizia con il chiedersi: che tipo di promesse fanno gli uomini e le donne liberi
e come possiamo costruire un mondo nuovo attraverso queste promesse?