L’ideologia, la quale si fonda
su ragioni superficiali ed esterne all’uomo, si presenta anch’essa come una soluzione-cura
alla malattia di cui soffrono gli uomini (i famosi mali sociali). Essa riconosce
che il corpo e la vita degli uomini sono malati, che c’è bisogno di cure, ed in
questa prospettiva emerge la funzione del sacrificio. La scienza, venuta anch’essa
a salvare l’uomo e il mondo dalle loro malattie, concepisce la vita e il vivere
come un male da cui curarsi. Ne derivano altri mali, che nascono attraverso la cura,
il progresso, la cura della natura. L’uomo e tutto il suo sviluppo non sono stati
altro che decorsi di una più grande malattia: la soppressione della vita. La volontà
di potenza è quindi intesa come rivolta degli uomini che, immaginandosi sani, vogliono
vivere, liberati dalla grande ossessione di immaginarsi malati. La malattia è il
non vivere, la cura è la soppressione della vita. La libertà parte dal riconoscersi
sani, vivi, carichi di desideri da realizzare come godimento. Anche la democrazia
presenta un aspetto molto comune: la malattia generalizzata fra gli uomini i quali
si sentono rassicurati dal fatto che il vivere malati è di tutti. Nessuno gode,
tutti si curano come meglio credono contro la vita. Tale è l’idea della democrazia:
illudere gli uomini sulla impossibilità di godere, come condizione comune a tutti.
Siamo circondati da un mondo
di "igienisti" del corpo e della mente. Sulle loro ragioni si sono costruite
tutte le allucinanti prospettive degli uomini, volti permanentemente verso un compito
di controllo e repressione della vita.
La nostra irresponsabile "follia"
consiste nell’attaccare il concetto di "malattia" e, con questo, il concetto
conseguente di "cura". E’ facendo perno su questa follia che possiamo
veramente attaccare alla radice tutte le ragioni che sostengono il vecchio mondo,
in quanto si rovesciano così tutte le prospettive dell’epoca attuale, basate sull’intenzione
di mobilitare gli uomini contro se stessi, quindi di mantenere la dominazione come
servitù volontaria.
Bruciare tutte le prospettive
di un mondo forgiato sulle catene del sapere come potere sugli altri, significa
avere messo a nudo le ragioni del dominio fra gli uomini, le quali si presentano
sempre come ricerca di una soluzione per curare il mondo dei suoi mali. L’autoliberazione
gioiosa di ciascuno e di tutti non può che forgiarsi sulla liberazione-realizzazione
dei desideri individuali.