..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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venerdì 28 maggio 2021

150 anni fa … Riflessioni sulla Comune (parte 9)

 Insegnamenti (2)

  

La Comune è stata la più grande festa del 19° secolo. Alla base di essa si trova la convinzione degli insorti di essere divenuti padroni della loro propria storia.

La Comune non ha avuto capi. E questo in un periodo storico nel quale l’idea che fosse necessario averne dominava completamente il movimento operaio.

L'esperimento della Comune di Parigi rimane, nonostante la sconfitta, un'esperienza assolutamente valida per gli insegnamenti che da essa possono trarre anche le attuali forze rivoluzionarie. Un filo ideologico parte infatti dalla Comune e la lega all'occupazione armata delle fabbriche in Italia agli inizi del ‘900, alla lotta dei Machnovisti in Ucraina, alla ribellione di Kronstadt, all'autogestione e alle Comuni agricole organizzate dalla CNT-FAI in Spagna durante la guerra civile, alla comunità La Cecilia nello stato brasiliano del Paranà fino ad arrivare a Cristiania in Danimarca.

Tale filo conduttore si determina in una parola, in una esperienza storica in cui si configura l'essenza stessa del socialismo: autogestione. Autogestione a tutti i livelli da parte del popolo in lotta, di ogni strumento rivoluzionario e di organizzazione sociale.

Marx nel 1871 fu costretto dalla forza degli eventi a sottoscrivere in termini entusiastici il federalismo anarchico dei Comunardi proprio mentre, in seno all'Internazionale, tendeva invece a centralizzare, all'interno del Consiglio Generale di Londra, la struttura del movimento operaio contrapponendosi ai bakuninisti. Così il Lenin pseudo-libertario di «Stato e Rivoluzione» fortemente influenzato dal movimento libertario che si sviluppava sul territorio sovietico, assume un'ambiguità sconcertante circa la concezione della società rivoluzionaria, salvo poi a rimangiarsi tutto, riproponendo i termini del «centralismo democratico», ponendo così le basi della involuzione politica del movimento proletario russo, dello sterminio di tanti compagni sinceramente rivoluzionari, dello stalinismo e del revisionismo contemporaneo, come logica conseguenza di ogni struttura burocratica e gerarchica.

Così fallisce l'esperienza centralizzatrice del Partito rivoluzionario come astrazione dalla classe operaia allo stesso modo che lo Stato lo è nei confronti della società.

È questa l'indicazione che nasce dall'esperienza comunarda.

È questa la concreta proposta di «azione diretta» che gli anarchici, i sinceri rivoluzionari con le loro lotte autonome, autogestite, continuamente slegate dai vertici sindacali e dai partiti riformisti traditori della classe operaia, fanno oggi a tutto il movimento popolare anticapitalista, antimperialista e antirevisionista contemporaneo, sulla traccia libertaria iniziata nel 1871 con la Comune di Parigi.

Se si pensa che tutto questo ed altro, specie nel campo dell’istruzione, delle biblioteche, della lotta contro la chiesa, della propaganda a mezzo dei giornali, fu compiuto in appena 72 giorni, ci si rende conto che la produttività fu massima e che ognuno fece quando ha potuto ed anche di più. Ci furono, naturalmente, delle eccezioni che vennero comunque circoscritte ed eliminate dall’incarico.

È proprio questo il principio che ha retto la Comune e che deve reggere il fondamento di qualsiasi rivoluzione proletaria e della successiva organizzazione: la delega in base alla funzione, non più in base al titolo, al casato o all’acquisto di consensi, di voti, ma soltanto in base alla funzione; naturalmente con la premessa indispensabile della removibilità.

In questo si vede il più alto insegnamento della Comune, in quanto si vede l’indirizzo anarchico e l’organizzazione libertaria della Comune parigina che fu spontanea, senza organizzazione partitica o di gruppi organizzati, senza capi; socialista, anarchica, fatta di uguali, dove ci furono si delle deleghe, ma fatte con consenso popolare ed in qualsiasi istante revocabili sempre col volere del popolo.

Questo fenomeno, in quella sede, non fu che un lampo appena (in altre sedi successive, come in Ucraina dal 1917 al 1921 e in Spagna nel 1936, l’esperimento poté durare più a lungo), ma ci da la speranza e soprattutto la convinzione che un giorno non lontano l’esperimento possa passare a fatto definitivo.

Tutti noi dobbiamo raccogliere e riplasmare l’eredità spirituale e materiale della Comune di Parigi, non dimenticando la sua gente: donne, uomini e anche giovani morti con la speranza di averci dato un insegnamento: si può, si deve creare un mondo nuovo. Anche se ultimamente diminuita, la volontà della massa operaia non manca, la sua capacità produttiva è sempre più ampia, la sua rottura con le ristrette cerchie degli sfruttatori capitalisti continua ad essere decisa; resta solo di evitare che una nuova marea di oratori, di letterati, di sognatori in buona e in mala fede, riesca a montare all’assalto della realtà rivoluzionaria, … il resto non tarderà a venire.

 

La conquista del cielo è possibile!