Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare
vi ha fatto chinare il mento
se il fuoco ha risparmiato
le vostre Millecento
anche se voi vi credete assolti
siete lo stesso coinvolti.
non sta succedendo niente,
le fabbriche riapriranno,
arresteranno qualche studente
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco
provate pure a credevi assolti
siete lo stesso coinvolti.
le vostre porte sul nostro muso
la notte che le pantere
ci mordevano il sedere
massacrare sui marciapiedi
anche se ora ve ne fregate,
voi quella notte voi c'eravate.
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le "verità" della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti.
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.
Il poeta dell’anarchia, Fabrizio Cristiano De André (1940-1999) è un
cantore dell’anarchia, uno dei maggiori poeti del ‘900. Tutto è nato quando frequentava
il liceo, 1956. Il padre gli porta dalla Francia un disco (78 giri) di Georges Brassens,
cantautore anarchico, ed è subito amore per il pensiero libertario che si porterà
addosso tutta la vita. Le letture che seguono sono Malatesta, Kropotkin, Stirner.
Gli amici sono Paolo Villaggio, Luigi Tenco, Gino Paoli, l’ansia per
una giustizia sociale calpestata lo porterà spesso a scontrarsi con i pregiudizi
politici e conformisti del suo tempo. Nell’opera tutta di De André si scorge la
sensibilità del dolore e, nel contempo, la coscienza del piacere di essere un viandante
del tempo. Un uomo alla “rovescia” che fa della sua anarchia il principio di tutte
le disobbedienze dell’anima bella.