“Giacché, la
rivolta proclamata dall'anarchismo contro tutto ciò ch'è convenzionale
ipocrisia ed artificiosa menzogna, in origine non è che l 'istintiva reazione
della natura contro tutto ciò che tende ad insidiare il suo libero e completo
svolgimento. Ed è solo dal grido disperato della Natura vilipesa, oltraggiata,
calunniata e mortificata, che l'anarchismo è sorto.
Egli è sorto
precisamente là dove è sorto il primo dolore umano ed il desiderio primo di
umana gioia!”
Renzo Novatore
Fin dalle sue
origini il dominio circoscrive la terra e il vivente sottoposti al suo
sfruttamento con recinti e mura che con il tempo sono diventati ampie muraglie
e fortilizi.
Poi le
ossessioni del comando e del controllo hanno aumentato questa mania divisoria
frazionando gli spazi espropriati, circondando i popoli e gli individui con
mattoni e fili spinati. Adesso il linea é spesso invisibile perché formato
dalla onnipresente tecnologia che scruta parossisticamente la nostra esistenza.
A questo si
unisce la vasta e ottusa “cultura” del consenso alimentata incessantemente dai
pregiudizi e dai luoghi comuni. Mentalità autoritaria che erige con ritmo
industriale prigioni dalle pareti invalicabili.
In questo
contesto l'individuo viene sovente frantumato in tante alterità che lo
trasformano in un malleabile burattino nelle mani del potere. Al di sopra di
tutti (e di tutto) si staglia maestosa la fortezza aurea dove risiedono i
grandi criminali del pianeta che danzano sorridenti sui corpi insanguinati
delle loro innumerevoli vittime.
Nelle stanze
sfarzose del Castello questi predoni e assassini, sovrani degli stati e del capitale,
si illudono di vivere un'eterna infallibilità impertinente e cialtrona.
Narcotizzati da questa aura autoreferenziale ignorano il respiro del vivente.
Non sentono la
voce della terra che opprimono con ogni mezzo. Non vedono le infinite radici
nel suolo, robuste fondamenta di piante che si protendono verso il cielo in uno
slancio vitale esplosivo.
l signori del
pianeta irridono l'energia indomita del seme che a nei luoghi più volte nasce impervi.
Un seme che si trasforma
nel fiore solitario dalle sottili radici capaci infine di demolire le robuste
mura del dominio.