La rivoluzione
cessa dall’istante in cui bisogna sacrificarsi per essa. Perdersi e
feticizzarla. I momenti rivoluzionari sono le feste in cui la vita individuale
celebra la sua unione con la società rigenerata. L’appello al sacrificio vi
suona come una campana a morto.
Quando l’insorto
comincia a credere di lottare per un bene superiore, il principio autoritario
cessa di vacillare. L’umanità non ha mai mancato di ragioni per far rinunciare
all’umano. A tal punto che esiste in alcuni un vero riflesso di sottomissione,
una paura irragionevole della libertà, un masochismo onnipresente nella vita
quotidiana. Con quale amara felicità si abbandona un desiderio, una passione,
la parte essenziale di sé. Con quale passività, con quale inerzia si accetta di
vivere per qualche cosa, di agire per qualche cosa, dove la
parola cosa prevale con il suo peso morto dappertutto. Poiché non è
facile essere sé, si abdica allegramente; al primo pretesto che capita, l’amore
dei figli, della letteratura, dei carciofi. Il desiderio del rimedio si eclissa
dietro la generalità astratta del male.
Trasformare il
mondo e reinventare la vita è la parola d’ordine effettiva dei movimenti
insurrezionali. La rivendicazione che nessun teorico crea perché è appunto essa
a fondare la creazione poetica. La rivoluzione si fa tutti i giorni contro i
rivoluzionari specializzati, una rivoluzione senza nome, come tutto ciò che
emana dal vissuto, preparando, nella clandestinità quotidiana dei gesti e dei
sogni, la sua coerenza esplosivaIl rifiuto del
sacrificio è il rifiuto della contropartita. Non ce niente nell’universo delle
cose monetabili o no che possa servire da equivalente all’essere umano.
L’individuo è irriducibile; egli cambia, ma non si scambia. Un semplice colpo
d’occhio sui movimenti di riforma sociale basta a convincerne: essi infatti non
hanno mai rivendicato se non un risanamento dello scambio e del sacrificio,
mettendo il loro punto d’onore a umanizzare l’inumano e a renderlo seducente.
Ogni volta che lo schiavo rende sopportabile la sua schiavitù, egli vola in
soccorso del suo padrone. Più i rapporti sordidi della reificazione incatenano
gli uomini, più si inasprisce la tentazione umanitaria di mutilare egualitariamente.