Una forza naturale e indomabile insita nei viventi scuote da sempre la
struttura del dominio e della società. L'impeto refrattario fa tremare le
artificiali e precarie fondamenta del potere (nelle sue varie forme politiche,
economiche, religiose, morali e culturali) che nel corso del tempo sono state
costruite sullo sfruttamento e sulla morte. Ogni individuo dotato di energia
vitale non si adegua volontariamente all'esistente ma lo contrasta con tutti i
mezzi a sua disposizione. Gli esseri viventi nascono liberi e con una propria
unicità che non desidera essere sottoposta a coercizioni, a limiti, tanto meno
a prigionie.
Quando l'io prende
coscienza di sé inizia una lotta incessante con una realtà sociale che lo vuole
plasmare nei suoi innumerevoli “valori” basati sull'autoritarismo e
sull'oppressione. Nei primi mesi di vita l'individuo viene educato (prima
dall'ambiente famigliare poi dalla scuola) per diventare un “buon cittadino”,
un “lodevole studente”, un “lavoratore produttivo”, un “bravo genitore”, un “generoso
consumatore di merci”. L'addestramento viene completato dalle nuove tecnologie
mediatiche che bombardano incessantemente la sua mente. Ma l'egoista
refrattario respinge con veemenza questo sistema omologante e si adopera per
bloccare questo gigantesco meccanismo distruttore.
L'individuo ribelle
comprende benissimo che per manifestare e difendere la propria libertà (e
quella dell'intero vivente) deve necessariamente scontrarsi con il dominio.
L'io refrattario non rinvia la lotta a un incerto domani (in attesa di creare o
usufruire di organizzazioni politiche rassicuranti) ma intraprende fin da
subito la propria lotta senza tregua e se in questo frangente incontra altri
indomabili affini si unisce a loro per rendere più efficace la sua battaglia.
L'individuo ribelle è un
vagabondo del pensiero, un nomade della conoscenza e di tutti i territori
esistenziali; afferra ciò che desidera e lo divora senza ritegno, gode il
presente e ignora il futuro, detesta la rinuncia e per evitarla è disposto ad
affrontare rischi estremi. La conquista dell'esistente da parte dell'io è
possibile soltanto liberando l'impeto refrattario, questa fiamma primigenia che
ci muove fin dal primo respiro. Quanti solerti funzionari del dominio si
adoperano per soffocarla! Per spegnere la brace che arde silente nel nostro
gesto sovversivo! Ma nessuno alla fine può opporsi al sorgivo impulso ribelle che
frantumando ogni barriera diviene danza gioiosa del vivere.