"Un
sistema sociale definito e in sé concluso, quanto piuttosto una ben determinata
tendenza nello sviluppo storico dell'umanità che, in contrasto con la tutela
intellettuale imposta da tutte le istituzioni clericali e governative, lotta
per il libero e incondizionato dispiegamento delle forze individuali e sociali
della vita. La libertà stessa è soltanto un concetto relativo, e non assoluto,
poiché tende costantemente ad espandersi e a coinvolgere sfere sempre più ampie
in una crescente varietà di modi. Per l'anarchico, la libertà non è un astratto
concetto filosofico, ma la concreta possibilità vitale per ogni essere umano di
sviluppare appieno tutte le potenzialità, le facoltà, le doti che la natura gli
ha donato, volgendole a vantaggio della società. Minore è il peso della tutela
ecclesiastica e politica in questo naturale sviluppo, e tanto più ricca e
armonica diverrà la personalità umana, tanto più decisamente essa diverrà la
misura della cultura intellettuale della società in cui è cresciuta". (Rudolf
Rocker)
"Io sono un
amante fanatico della libertà, considerandola l'unico mezzo in seno al quale
possono svilupparsi e crescere l'intelligenza, la dignità e la felicità degli
uomini; non di questa libertà tutta formale, concessa, misurata e sottoposta a
regolamento dallo stato, menzogna eterna e che in realtà non rappresenta mai
nient'altro all’infuori del privilegio di alcuni fondato sulla schiavitù di
tutti; non di questa libertà individualista, egoista, meschina e fittizia, vantata
dalla scuola di .-J. Rousseau, come da tutte le altre scuole del liberalismo
borghese, e che considera quello che essa dice diritto di tutti, rappresentato
dallo stato, come il limite del diritto di ognuno, ciò che tende
necessariamente e sempre alla riduzione a zero del diritto di ognuno. No, io
intendo la sola libertà che sia veramente degna di tale nome, la libertà che
consiste nel pieno sviluppo delle potenze materiali, intellettuali e morali le
quali si trovano allo stato di facoltà latenti in ognuno; la libertà che non
riconosce altre restrizioni all'infuori di quelle che sono tracciate dalle
leggi della nostra stessa natura: in guisa che, propriamente parlando, non vi
siano restrizioni, poiché tali leggi non ci sono imposte da qualche legislatore
dal di fuori che si trovi sia accanto, sia al di sopra di noi; esse ci sono
immanenti, inerenti e costituiscono la base stessa di tutto il nostro essere,
tanto materiale che intellettuale e morale; invece dunque di trovare in esse un
limite, noi dobbiamo considerarle come le condizioni reali e come la ragione
effettiva della nostra libertà". (Michail
Bakunin)