Dalla terra si
elevano lentamente ciuffi lattei di foschia, silenti lemuri in perpetua erranza
provenienti dall'Averno. Poi inaspettatamente si forma una densa coltre
opalescente che annulla ogni contorno e le parvenze vengono inghiottite di
repente. Permangono suoni attenuati, sporadici rumori dispersi nel nulla. La
nebbia ha invaso lo spazio fisico dell'esistente e lo chiude nella propria
invisibilità, condizione di incomunicabilità e di segregazione illimitata. La
bianca e impalpabile sostanza diviene grigia nube venefica quando scaturisce
dalla putredine sociale industrializzata dal dominio. Il programma globale di
confezionamento del vivente prosegue a pieno ritmo e diventa sempre più
sofisticato. Ogni essere viene rinchiuso in gabbie invisibili che percorrono la
durata della sua esistenza. Tutto deve seguire le tappe stabilite del grande
meccanismo produttivo. Dalla nascita alla morte gli individui percorrono
l'unica strada asfaltata delimitata da ogni tipo di merce che stimoli indotti
obbligano ad un consumo ossessivo.
L'artificio
tecnologico genera masse abnormi di fumo tossico che soffoca lo sguardo, le
sensazioni e l'intelletto. Il distacco dall'autenticità del vivente è quasi
irreversibile, ma questo non viene percepito dai più che si preoccupano
soltanto di rimanere nel circuito produttivistico del post capitalismo. La
nebbia del dominio entra nelle menti e le narcotizza creando dipendenze
totalizzanti. In questa fumosa atmosfera si intravede una luce fittizia
perennemente accesa sotto la quale nascono generazioni di umani contenti di
essere accarezzati dai suoi raggi elettromagnetici. Il controllo del pianeta
diventa alla fine progressivamente invadente, quasi completo. Nella fitta rete
ipertecnologica del dominio ci sono però piccole crepe, smagliature quasi
invisibili che mani ribelli lacerano giorno dopo giorno; mani sempre più
numerose che agiscono in molte zone della vasta ragnatela. Nella nebbia globale
densa di rassegnazione, di depressione e di frustrazione questi atti di rivolta
sono bagliori di vera luce, fiamme di libertà che espandono il calore della
giustizia e della solidarietà. Si staglia così in tutta la sua indomita
fierezza l'immagine dell`anarchia, dotata di una bellezza semplice ma
irresistibile che innamora con il suo sguardo moltitudini di individui. A nulla
valgono le operazioni repressive del potere, al suo cospetto non sono che afoni
balbettii. La pesante fuliggine si dissolve, è il momento della splendente
libertà!