Siamo
anarchici che desiderano una libertà senza limiti. Lottiamo per la liberazione,
per un rapporto decentrato e non mediato con il nostro ambiente e con coloro
che amiamo e con cui abbiamo affinità. I modelli organizzativi ci offrono solo
altra burocrazia, controllo e alienazione, uguali a quelli che riceviamo già
dall’organizzazione attuale.
Occasionalmente
può esistere una buona intenzione, ma il modello organizzativo deriva da una
mentalità intrinsecamente paternalistica e diffidente, che sembra in
contraddizione con l’anarchia. I veri rapporti di affinità nascono da una
profonda comprensione reciproca nell’ambito di relazioni intime basate sui
bisogni della vita quotidiana, non di relazioni basate su organizzazioni, ideologie,
idee astratte. Tipicamente, il modello organizzativo reprime i bisogni e i
desideri dell’individuo per “il bene della collettività”, nel tentativo di
uniformare sia la resistenza che l’immaginazione. Dai partiti alle piattaforme
e alle federazioni, sembra che con l’aumentare della scala dei progetti
diminuiscano il significato e l’importanza che essi hanno per la vita di
ciascuno.
Le
organizzazioni sono mezzi per stabilizzare la creatività, controllare il
dissenso e indebolire le tangenti controrivoluzionarie (principalmente
determinate dalla leadership o dai quadri d’élite). In genere insistono
sull’aspetto quantitativo, anziché su quello qualitativo, e offrono poco spazio
al pensiero o all’azione indipendente. Le associazioni informali, basate sull’affinità,
tendono a ridurre al minimo l’alienazione delle decisioni e della loro
attuazione e la mediazione fra i nostri desideri e le nostre azioni.
da Green
Anarchy