..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

Translate

domenica 18 aprile 2021

150 anni fa … L’opera della Comune (parte 6)

 Il ruolo femminile: l'Unione delle donne

 

Le donne di Parigi cominciarono a svolgere un'attività importante già all'inizio della guerra con la Prussia, quando molti uomini furono impegnati al fronte e si crearono i comitati di quartiere e i club. Le donne parteciparono alle azioni più significative che precedettero la vittoria della Comune, quali quelle del 31 ottobre 1870, del 22 gennaio e del 18 marzo, quando furono le prime ad opporsi al colpo di mano tentato dai versagliesi a Montmartre.

Con la Comune venne ripreso il tema dell'emancipazione femminile: la sua messa in pratica passò attraverso il lavoro e così il 12 maggio 1871 venne inaugurata la prima scuola professionale femminile di arte industriale, mentre la scrittrice Marguerite Tinayre venne nominata ispettrice generale delle scuole parigine. Altre iniziative prese dalla Comune che riguardavano, direttamente o indirettamente, le donne, furono la proibizione dell'esercizio della prostituzione, l'organizzazione degli asili, l'abolizione, decretata il 17 maggio, della distinzione tra figli legittimi e illegittimi, la concessione di un'indennità alle mogli, o conviventi, delle guardie nazionali.

Un’associazione chiamata «Unione delle donne» era stata fondata durante l'assedio di Parigi, strutturata nei comitati di quartiere e con un comitato centrale.

Poco dopo l'attacco condotto dalle forze di Versailles a Neully, l'11 aprile apparve sul Journal Officiel un «Appello alle cittadine di Parigi», redatto l'8 aprile e firmato «Un gruppo di cittadine», nel quale, preso atto che la guerra con le forze di Versailles era iniziata e che bisognava «vincere o morire», si tracciavano le linee di un programma rivolto espressamente alle donne: «Niente doveri senza diritti, niente diritti senza doveri. Vogliamo il lavoro, ma per conservarne il prodotto. Non più sfruttatori né padroni. Lavoro e benessere per tutti. Autogoverno del popolo [...]». S'invitavano infine le cittadine parigine a riunirsi quella sera al Grand Café de la Nation in rue du Temple 79.

Qui fu fondata l'Union des Femmes pour la Défense de Paris et les soins aux blessés - Unione delle donne per la difesa di Parigi e le cure ai feriti. Quest'associazione assorbì una precedente Unione delle donne, e aprì proprie sezioni nei diversi rioni di Parigi.

Nello statuto, le aderenti, che si distinguevano nell'abito indossando una sciarpa e un bracciale rosso, si impegnavano a riunirsi tutti i giorni e di presentare un rapporto scritto degli avvenimenti della giornata. Si prevedeva anche l'uso delle armi in caso di necessità, l'acquisto di petrolio (da qui l'appellativo di petroleuses dato a molte Comunarde), il rifornimento per i combattenti delle barricate e l'assistenza ai feriti. Molte furono le donne che combatterono in prima fila sulle barricate.

Ma l'Unione e in generale le donne di Parigi si occuparono soprattutto dei problemi sociali e politici: il 3 maggio una petizione, firmata da 85 operaie e indirizzata alla commissione lavoro della Comune, chiese di lavorare in ottemperanza della circolare della stessa commissione, datata 10 aprile, che prevedeva l'apertura in ogni arrondissement di una fabbrica espressamente adibita al lavoro femminile.

Il 21 maggio, quando l'esercito di Versailles entrò a Parigi e tutti furono impegnati nei combattimenti: “parecchie donne combattevano in trincea, alcune vestite anche con la divisa della Guardia Nazionale. Non si contavano le vivandiere. Si sa di una diecina uccise in battaglia”. Un giornalista del Vengeur, assistendo il 24 maggio ai combattimenti della «Settimana sanguinante», scriveva di aver già visto “tre rivoluzioni, ma per la prima volta vedo donne e bambini combattere. Sembra che questa rivoluzione sia proprio la loro e lottando, esse lottano per il proprio avvenire”. Infatti, anche ragazzi dai 12 ai 15 anni combatterono sulle barricate: ne saranno arrestati 651 e inviati per lo più in case di correzione.

Le Comunarde furono molto impegnate nelle lotte per le conquiste sociali e per l'emancipazione femminile. Esse rivendicavano la piena uguaglianza dei sessi: «Qualsiasi diseguaglianza e qualsiasi antagonismo tra i sessi costituisce una delle basi del potere delle classi dominanti [...] Uguaglianza dei salari, diritto al divorzio per le donne, diritto all'istruzione laica ed alla formazione professionale per le ragazze». Molte di loro furono arrestate, processate e detenute nelle prigioni francesi. Un documento racconta le condizioni di vita di una Comunarda francese detenuta in carcere, l'insegnante Celeste Hardouin: denunciata in modo anonimo, fu fermata il 7 luglio 1871 e liberata il 17 ottobre dello stesso anno, dopo il pagamento di una cauzione. La sua «colpa» fu quella di avere assistito due volte alle riunioni del club della rivoluzione sociale nella chiesa Saint-Michel del Batignolles.

Le donne del popolo videro nella Comune la loro alleata naturale, la rivendicatrice dei loro diritti, combatterono con essa e per essa eroicamente. Basti citare Louise Michel, di cui gli stessi, che non ne approvavano le idee e i sentimenti, ammirarono pur tuttavia il carattere, la fermezza, l’abnegazione e la forza magnanima di sacrificio.

Ecco una proclamazione della Michel:

– Cittadine – dicevano le rivoluzionarie federate della Comune, indirizzandosi alle donne di Parigi – sopporteremo noi più a lungo che la miseria e l’ignoranza facciano dei nostri figli dei nemici, che padre contro figlio, fratello contro fratello, vengano ad uccidersi fra loro sotto i nostri occhi pel capriccio dei nostri oppressori?

Cittadine, noi vogliamo essere libere!

Che le madri, che le donne, le quali, si dicono «che m’importa del trionfo della nostra causa se debbo perdere coloro che amo?» si persuadano finalmente che il solo modo di salvare coloro che hanno cari – il marito, in cui vedono il loro sostegno – il figlio, in cui mettono la loro speranza – è quello di prendere una parte attiva al combattimento impegnato per far cessare finalmente una lotta fratricida, che ricomincerà in un prossimo avvenire, se il popolo non trionfa.

Guai alle madri, se una volta ancora il popolo soccombesse! Questa disfatta sarebbe pagata dai loro piccoli figli!

Cittadine, tutte risolute, tutte unite, vegliamo alla sicurezza della nostra causa!

E se gl’infami, che fucilano i prigionieri ed assassinano i nostri capi, mitraglieranno una folla di donne inermi, tanto meglio!

L’orrore e l’indignazione della Francia e del mondo compieranno ciò che noi abbiamo incominciato!